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NETTUNO
OTTO/'900

Persone, storie e tradizioni
a Nettuno nel 1800-1900

di AUGUSTO RONDONI

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65 - Quirino Sodi


Nato con, una malformazione alla mano destra ed al piede sinistro, di carattere volitivo e spirito indipendente, lavoratore instancabile. Correva voce che quando la madre lo trascinò fra le popolane al seguito della Sacra Immagine della Madonna di S. Rocco durante la processione di maggio invocava (come tante altre) la grazia per il figlio claudicante ed anchilosato alle mani: "Grazzia, Madonna! Si tè da rimané così, piuttosto ripìetio!".
Lui appena cinquenne, un pò impedito anche nella voce rimbeccò: "Ripiete essa piuttosto, che io sto bene pure così!".
Nonostante l'infelicità dovuta a un handicap spastico, Guerrino, fin dall'età scolare fece del tutto per rendersi indipendente. Non gli piaceva andare a scuola perché era guardato e canzonato da tutti i suoi compagni. Cominciò allora a rendere servizi a destra e a manca per guadagnare qualche soldo, che poi spendeva a suo piacimento per bere, fumare e nutrirsi. Apparteneva ad una famiglia di contadini che, come tantissime altre, aveva problemi di sostentamento. Sin da ragazzo vendette giornali strillandone l'ultima edizione. Il resto della giornata lo passava in canonica tirando il mantice dell'organo della chiesa nelle prove della "Schola Cantorum", oppure si recava presso alcuni forni, dove stava caldo e rimediava del pane fresco in cambio di servigi. Faceva di tutto per guadagnare, purché l'incombenza fosse dignitosa.

Di lui si raccontano episodi gustosi. In prossimità della Pasqua, un gruppo di monache si recò di buon'ora a confessarsi dall'allora arciprete D. Nicola De Franceschi, che aveva il confessionale nel passaggio tra la sacrestia e l'altare maggiore della chiesa di S. Giovanni.
Erano ancora tante le suore da confessare, quando Leopolda, la Perpetua, dall'alto dell'alloggio dell'arciprete, chiamò Guerino per ché avvisasse D. Nicola che la colazione era pronta. Guerino si recò in sacrestia per riferire e chiamò l'arciprete fuori dal confessionale.
"Va bene, Guerrino. Dille che tra poco vengo".,
Dopo circa un quarto d'ora, Leopolda, riaffacciandosi sulla tromba della scala, richiamò Guerrino per sollecitare l'arciprete ad andare su per fare colazione, che già aveva riscaldato una volta. Nel rifare l'ambasciata, sentì l'arciprete che, senza uscire disse: "Vai pure Guerrino. Ora vengo".
Più tardi, ad una ulteriore sollecitazione della perpetua, Guerino rispose che ci avrebbe pensato lui. Imboccò la porta della sacrestia, e lontano dal confessionale disse a voce sostenuta:
" Sorarciprè..., lascia fa 'ste quattro puttane de 'ste moniche; va a fa colazione, che Leopolda sò tre volte che la riscalla!".
Subito dopo, sapendo d'averla fatta grossa, s'allontanò di corsa dai paraggi. Non s'affacciò più in chiesa fin quando non fu richiamato espressamente solo per tirare il mantice dell'organo durante le messe cantate.
Una volta, durante la calura estiva, essendosi appisolato a terra lungo il muro della tabaccheria Tersigni, in Piazza Umberto 1¾ gli cadde dalle mani la pipa.
Alcuni ragazzacci, per burla, legarono un capo di un lungo spago alla pipa e, non visti, da dietro un cantone aspettarono il suo risveglio. Guerino, allora, allungò la mano per riprendere la pipa, la quale però si allontanava piano piano alla sua presa. Accortosi della burla, bestemmiando come era suo solito, si rialzò aiutato dal bastone nodoso che portava sempre con sé, e brandendolo minacciosamente mise in fuga i burloni, i quali viste le brutte, se la diedero a gambe levate, abbandonando spago e pipa.
Qualche giorno più tardi, esasperato dai continui dispetti che i ragazzi gli facevano, ricordandosene uno, gli assestò una bastonata sulla testa. Per fortuna lo prese di struscio, ma furono ugualmente indispensabili le cure all'ospedale dove, per chiudere la ferita, occorsero tre punti. Quando i ragazzacci volevano sfotterlo, dicendogli di tutto, andava in bestia. L'apostrofavano - "A Bimbo!" - Vaporetto!" " A chinotto!" - (A pupo Biondo!" - A pirolo" -'"A barca a vela!" "A sciarpa littorio!" ed altro. E lui: "Vallo a di a quel cornuto de tu padre, che cià le corna fino ad Aprilia
Aveva una voce cavernosa e acuta, che quando strillava le ultime edizioni dei giornali, si sentiva benissimo dalla Piazza fino a San Rocco!
Quando volevano farlo arrabbiare, gli si presentavano con una lira. Allora il giornale costava solo 20 centesimi, e Guerrino, non potendo dare il resto perché con la mano sinistra reggeva i giornali e con quella destra (la mano offesa) riusciva a mala pena a porgere il giornale ed intascare i quattro solA di, borbottava blaterando se gli acquirenti erano forestieri involontari; ma se in essi riconosceva i paesani, allora bestemmiava e diceva parolacce, andandosene via senza dare il giornale.
Una volta alcuni giovinastri gli regalarono un pò di tabacco, a cui avevano precedentemente frammischiato alcune capocchie di prosperi a zeppo, appostandosi poi per vedere. Quando Guerrino seduto in terra, s'appicciò la pipa, si sbellicarono dalle risa per i piccoli scoppi generati dal fuoco. Le parolacce da Guerrino proferite allora sono irripetibili.
Gliene combinavano proprio di tutti i colori!
A Sala Consilina dove fu portato sfollato in seguito allo sbarco americano, una volta per pulire il camino della sua inseparabile pipa, operando con un chiodo, gli si sfondò. Ci pianse come un ragazzino, e poi preso dalla rabbia la scaraventò a terra seguitando a frantumarla.
Da vecchio e malandato fu inoltrato prima in un ricovero di vecchi a Gubbio; ma presto fu rispedito a Nettuno, a causa del suo carattere duro e contestatario. Più tardi venne accompagnato in macchina a Sezze, in un altro gerontocomio, ma contro-voglia e d'autorità.
Arrivò all'ora di pranzo e la direzione, senza por tempo in mezzo, l'avviò al refettorio, assegnandogli un posto libero tra gli altri innumerevoli vecchi. Ad un certo momento arrivò la madre superiora, che per mezzo di un microfono invitò tutti ad alzarsi per pronunciare la preghiera di rito, prima della somministrazione della minestra. Quando udi: - "Nel nome del Padre del Figliolo e ..." esplose subito: - "Azzo! Ricominciamo con la politica!".





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