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NETTUNO
OTTO/'900

Persone, storie e tradizioni
a Nettuno nel 1800-1900

di AUGUSTO RONDONI

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INDICE
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15 - Il Mercato


 

Era una notevole costruzione in ferro stile Umbertino (come un gabbione), situata su Via Durand de la Penne, lungo le mura castellane, nell'area dell'attuale marciapiede, sotto lo Steccato, e copriva un'area di cento mq., centrata all'incirca davanti la Torre centrale impiantata sulla Via dello Steccato.
Si ergeva su di un basamento a tre gradini ed aveva tutt'intorno, ad eccezione dei quattro cancelli d'entrata e una porta centrale, un muro alto una novantina di cm., compresa l'erta copertina di travertino, sulla quale erano murate le artistiche cancellate e le colonnine, sempre in ferro, per il sostegno della copertura, fatta a due spioventi.
La costruzione era divisa in due zone. La parte verso la piazza era adibita alla vendita del pesce e quella verso il municipio, alla vendita delle verdure. Nel mezzo, in tramezze, vi era l'ufficio-box del dazio di consumo, gestito da Antonio Santori, sposato con Bianca Negri da cui erano nati i figli Augusto, Silvio, Eugenio e Severina. All'interno di ogni reparto vi era una fontanella di acqua necessaria per le pulizie, ed una serie di lastre di marmo in pendenza su piedi di ferro, per esporre e vendere la merce. L'addetto ai lavori era Attilio Colozzi, sposato con Anna Mancini i cui figli erano Eneria, Zaira, Gìgi, Quintina e Maria, che riuscì a fermare in piazza, gremita di gente, un cavallo imbizzarrito, con tutto il carretto, evitando scompiglio e disgrazie.

 

Da giovane il Colozzi era stato vetturale sulle diligenze trainate a tre pariglie di cavalli, facendo la spola settimanale Nettuno-Roma. Si dice che una volta fu aggredito sulla diligenza da briganti, in prossimità dell' Ariccia, e che a suon di frustate riuscisse a metterli in fuga.
In occasione di festeggiamenti, il mercato veniva spesso adoperato come sede per lotterie e riffe. Una volta, durante il carnevale organizzato dai fratelli D'Amico, vi fu fatta la fiera del bestiame, dove dei nettunesi travestiti alcuni da leone, altri da tigre, altri ancora da giraffa e altri da cavallo, si esibirono con un domatore all'impazzito pubblico nettunese.Nel retro di detta costruzione, a ridosso delle mura castellane, vi era istallata la pesa pubblica. Uno dei cancelli del mercato, quando fu demolito, nel 1929 fu acquistato dal cav. Giuseppe Lotti, che lo installò all'ingresso della sua villa, ai piedi della salita di Via S. Barbara, dove ancora oggi si può ammirare nella sua originalità (con foglie di acanto, in ferro battuto, ornamentali). Alcune tratte di cancellate, in tutto simili ai cancelli, furono invece smontate e collocate in un capannone di laboratorio, da Cesare Tomasi, cementista, sposato con Natalia Sanges da cui nacquero i figli Marcello, Paolo, Alfredo e Maria Teresa.





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