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NETTUNO
OTTO/'900

Persone, storie e tradizioni
a Nettuno nel 1800-1900

di AUGUSTO RONDONI

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INDICE
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40 - I Porfiri


La famiglia Porfiri approdò a Nettuno agli inizi del novecento. Provenivano da Morrovalle, in provincia di Macerata. Nazareno e Laura Romagnoli, giovani sposi, si misero subito all'opera e si sistemarono nei locali sotto l'abitazione di Luigi Scagnoli, nell'allora Via S. Giovanni ad angolo con Via del Cavone.
Erano commercianti di stoffe e con la loro innata intraprendenza s'imposero presto all'attenzione dei Nettunesi, tanto da diventare necessari.
Nazareno, da buon marchigiano, aveva idee chiare sul commercio ed allargò ben presto il giro dei suoi affari nei paesi limitrofi. Si attrezzò con un carro ed un cavallo, e con l'aiuto del giovanissimo figlio Umberto, detto Isidoro (anch'egli morovallese, ma cresciuto a Nettuno), cominciò ad effettuare fiere e mercati a Cisterna, Cori, Sermoneta, Norma e Bassiano.
Al loro arrivo sulla piazza del mercato si preannunciavano così:
- ''Venite, gente! Sono arrivati i Porfiri, con un sacco di roba bella: pezze, vestiti, lenzuola, federe, coperte e corredi!''.
E subito si accingevano a montare il bancone con cavalletti e tavole sotto il tendone, per esporre la merce e venderla.
Partivano all'alba del lunedì, con il buono e cattivo tempo; per ritornare il venerdì notte, dopo il giro. Il sabato e la domenica, invece, la passavano a casa per riposarsi e per rifornirsi in vista della prossima settimana. Non di rado si vedeva Nazareno circolare a piedi, con alcune "pezze" al collo, e recarsi ad Anzio per consegnare delle merci ordinate dai clienti. Alla bottega di Nettuno provvedeva Laurina, sua moglie, che oltre tutto accudiva al resto della famiglia, essendo intanto sopravvenuti Diomira ed Achille. Ella aveva dei commessi, i quali l'aiutavano anche a ritirare i colli giunti alla stazione per il rifornimento, (operazione che veniva eseguita con il carrettino a mano).
Isidoro, intanto, per la vita nomade che faceva insieme al padre, trascurò il corso regolare degli studi elementari; ma Nazareno ebbe scrupolo di questo e gli fece impartire delle lezioni private dal Maestro Arcangelo Rondoni, da poco sposato con Giulia Visca, il quale notò nell'adolescente una predisposizione per i calcoli matematici. Insomma, un commerciante nato! Il duro e stressante lavoro, in men di vent'anni, fruttò ai Porfiri la conquista della piazza. Rilevarono e comprarono l'immobile di Piazza Umberto I, ora Piazza Mazzini; e lo fecero demolire dalle fondamenta, per farlo ricostruire ex novo dall'impresario Ercole Procaccini, anch'egli marchigiano. Nel 1922 vi si trasferirono definitivamente ed affittarono il primo piano alla filiale del Banco di S. Spirito.





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