100libripernettuno.it




I CORSARI DI
TORRE ASTURA

di Antonio Pagliuca

HOME - OPERE

INDICE - 01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33


30 - Verso i lidi d'Italia


L'ammiraglio che era solito recitare l'ultima preghiera canonica, la quinta, al Comando Marina insieme ai suoi uomini, quella sera volle recitarla col figlio e con le due donne, moglie e figlia nella bella moschea di Antalya.

Aveva dato disposizione che la " missione " cominciasse quella sera, alle sette pomeridiane e lui volle liberare i partenti da ogni impaccio, recandosi a pregare con tutta la famiglia.

Aveva dissuaso Azìm dal far parte dell'impresa per motivi che si comprendono facilmente. A malincuore il giovane si era rassegnato a non partire, ma capiva che il suo sacrificio era necessario.

Quella sera, mentre le parole della preghiera seguivano il freddo rituale coranico, il nostro ammiraglio pregò col cuore Allah, perché la missione avesse buon esito, sia per la felicità dei due giovani, sia per far terminare la sua personale preoccupazione.

Prima di recarsi alla moschea, l'ammiraglio aveva voluto salutare Leonardo e Sebastiano.

- Allahismarladik - disse l'ammiraglio, guardando fisso negli occhi i due partenti; vale a dire " abbiamo ordinato a Dio ".

- Gule gule (cioè: " ridendo, ridendo ") - avevano risposto i due giovani al loro superiore.

L'augurio dell'ammiraglio e la risposta dei due ufficiali di marina significano, press'a poco: " Ci lasciamo sorridendo e ci rivedremo col sorriso, auspice Allah ".

Ayla e Selma avevano già salutato i partenti; Azim, dopo aver fatto gli auguri ad Assuntina, ripetè a Leonardo la frase che ormai gli era abituale: " Abbi fede! ".

Teresa che nel pomeriggio aveva versato già tante lagrime nel salutare il suo Sebastiano, non ebbe il coraggio di dire una sola parola ai suoi figli adottivi che partivano, limitandosi ?.d abbracciarli con trasporto.

- Ci rivedremo, mamma Teresa - esclamò Assuntina facendosi forza per distaccarsi dalla sue braccia.

Era già buio quando il capitano di corvetta Leonardo Petrucci arrivò al molo in compagnia della sorella Assunta, nominata per l'occasione sottocapo di marina.

Erano ad attenderli Ali Turi e Nedim che avevano consegnato i marinai nelle loro camerate.

Il sottotenente di vascello, Sebastiano Ricci, sulla nave da alcune ore, fischiò due volte per dare il " benvenuto " al comandante del Saray. Dopo aver risposto al saluto dell'ufficiale Ricci, il comandante proseguì verso il ponte di comando, seguito dal sottocapo Assunta Petrucci.

Prima di affidare le vele al vento, Leonardo comunicò alla ciurma i motivi apparenti della missione affidata al brigantino Saray. Era una missione pacifica che aveva come scopo l'esercitazione in mare delle reclute e la visita di cortesia a qualche porto italiano. " Qualche preoccupazione - disse - potrebbero darcela gli inglesi, ma noi non abbiamo nulla da temere. Se le condizioni del mare non saranno proibitive, il viaggio dovrebbe durare circa venti giorni ". Aggiunse che avrebbe doppiato Malta per puntare diritto all'isola di Ponza: in tal modo avrebbero evitato quei pericoli che in quei tempi era più facile trovare presso le coste che in alto mare. Le navi britanniche nel Tirreno si limitavano quasi esclusivamente a sorvegliare le coste d'Italia ed a far scoppiare le granate dei loro dannati cannoni sulle città e sui paesi del litorale.

Alle reclute fu severamente proibito di accedere agli alloggiamenti degli ufficiali; nel caso di comunicazioni urgenti, avrebbero dovuto far rapporto agli stessi tramite i due sottufficiali, i nostri Ali Turi e Nedim.

Ali Turi e Sebastiano avevano fatto le cose per benino: avevano trasformato la cameretta di Assunta in un gingillo: era adorna di specchi e non mancavano né cosmetici, né profumi.

Alcuni minuti dopo l'imbarco sul Sàray, Assuntina si era tolta la divisa militare per rivestire gli abiti da donna. Più per civetteria che per altro si era coperto anche il volto fino agli occhi con un ricco carsaf, finemente ricamato. Quando si fu cambiata, e dopo aver rassettata la stanzetta, pregò di condurre da lei Ali Turi e Nedim ai quali avrebbe voluto offrire una buona tazza di caffè.

- Assunti... chi l'avrebbe creso? - esordì il buon Ali entrando nella stanza - Fui io a portarti in Turchia e so' sempe
10 che ti riporto in Italia!

- E' proprio così, Ali -Turi... Tu sei stato sempre buono con noi!

Nedim, che pure l'aveva vista più volte, non le fece alcun complimento, limitandosi ad un goffo inchino e salutandola, come fanno i turchi, con la mano sul cuore.

- Benvenuto anche a te, Nedim, amico del mio Sebastiano. Anch'io debbo ringraziarti dell'affetto che nutrì per lui e per l'aiuto che gli hai sempre prestato.

- Signorina, - le risposte " lo sfregiato " - ho sempre considerato il tenente Ricci, come mi riesce meglio chiamarlo,
il mio fratello minore... Per lui e con lui andrei in capo al mondo! Guai a chi lo tocca! - concluse unendo alle parole un minaccioso gesto significativo.

Gli anni gli avevano aggiunto adipe alla ciccia, ma i movimenti, i gesti erano ancora agili, ferini, come quelli di chi non smette mai di esercitarsi. Aveva un paio di mustacchi spioventi, folti e neri che aveva l'abitudine di lisciare tutte le volte che stava per montare su tutte le furie, o che si commoveva.

Tolti gli ormeggi ed affidate le vele al vento, il brigantino Sàray solcava veloce le acque dell'" Ak Deniz ", il Mediterraneo, drizzando la prora verso i lidi d'Italia.

Fratello, sorella e fidanzato, in piedi, osservavano in silenzio il rimpicciolirsi e lo svanire della luce dei due fari della città di Antalya alla quale si erano sinceramente affezionati.

Pur correndo verso la felicità, i due fidanzati e Leonardo non poterono fare a meno di pensare alle care persone rimaste ad Antalya, che certamente trepidavano per loro.

La notte era gelida ed il frastuono delle onde, solcate dalla ghiglia e mosse dal vento, consigliò ai tre di rientrare nella cabina di Leonardo che stappò una bottiglia del buon vino di Borgogna per riscaldarsi e per far riscaldare la promessa sposa ed il futuro cognato.

All'atto di ritirarsi per andare a dormire, Assuntina aveva esortato Leonardo e Sebastiano a recitare la preghiera della notte ed una supplica alla Madonna delle Grazie, perché la missione, così bene incominciata, giungesse in porto con la soddisfazione di tutti.

Il mare si mantenne grosso per alcuni giorni, ma si cambiò in " mosso " dopo che il Sàray, attraverso il Canale di Sicilia, entrò a vele spiegate nel Tirreno, drizzando la prora alle isole Ponziane con la speranza di non incrociare le navi di Sua Maestà Britannica.

Questo pericolo ci sarebbe stato se il Sàray si fosse accostato troppo alle isole di Capri e di Ischia, nascoste, per fortuna, da una densa foschia.

 



AUTORIZZAZIONE CONCESSA DALLA FAMIGLIA PAGLIUCA

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico,
meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.