100libripernettuno.it




I CORSARI DI
TORRE ASTURA

di Antonio Pagliuca

HOME - OPERE

INDICE - 01 - 02 - 03 - 04 - 05 - 06 - 07 - 08 - 09 - 10 - 11 - 12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 - 32 - 33


4 - Antalya


Erano trascorsi nove giorni dal rapimento dei nostri, quando il Califfo gettò l'ancora nel porto di Antalya (4).

Antalya era, ed è, una delle più belle cittadine turche, situata in una felicissima posizione. Domina il porto omonimo sul Mediterraneo e gode di un clima invidiabile e del tutto simile a quello di Nettuno, dove l'escursione termica fra il massimo ed il minimo si riduce a qualche grado, per cui la temperatura è pressoché costante, tenuto conto degli indici stagionali. Antalya e Nettuno sono infatti le due città di tutto il bacino del Mediterraneo dove è possibile curare l'asma bronchiale senza medicine.

La città di Antalya ed il suo retroterra furono regalati da Marco Antonio a Cleopatra come dono di nozze. Qui sto
ria e leggenda si fondono in una tavolozza di colori accesi e smaglianti: di fronte alle vette incappucciate di neve delle
montagne del Tauro, si estende la lunga striscia di sabbia bianca lambita dalle cristalline acque del Mediterraneo che turchi chiamano perciò Ak deniz, mare bianco. "

La costa è ricoperta di foreste di pino, di aranci e di boschetti di banani, interrotti di tratto in tratto da ciuffi di oleandri selvatici.

Nelle montagne, ad ovest di Antalya, la leggendaria Chimera, il mostro dalla lingua di fuoco ucciso da Bellerofonte, è nella realtà una sorgente naturale calda che gorgoglia spumosa fra le rocce.

Alle spalle di Antalya, rallegra occhi e cuore il bel giardino di Dafne, la ninfa trasformata da Zeus in alloro per sfuggire alle profferte amorose di Apollo.

Ad est della città c'è l'immensa spiaggia di Lara, presso le spettacolari cascate di Dùden, che si tuffano a picco nel mare.

Fondata duecento anni prima dell'era cristiana, la città di Antalya è dominata da un minareto dalla struttura particolare, unica nel suo genere.

Alle dieci di mattina del 13 giugno 1795, lo sciabecco della marina del Sultano Al Kalifa, " il Califfo " attraccò al molo principale di Antalya. Un'ora dopo l'attracco, il comandante Ismael Kania si recò con Ali Turi a visitare i prigionieri di Nettuno, rapiti nei pressi di Torre Astura, la torre che aveva ospitato per qualche tempo il biondo Corradino di Svevia, prima che fosse trasportato a Napoli per esservi decapitato.

All'arrivo del Comandate, Teresa si alzò, mentre Leonardo ed Assuntina restavano seduti sulla panca. Avevano davanti a sé, sul tavolo, alcuni fogli di carta, procurati loro dal buon Ali, sui quali andavano tracciando ghirigori, linee e figure varie.

- Salàm aleikum - disse, entrando, il comandante!

- Aleikum salàm - cioè, " pace e salute a voi " - risposero in coro i tre prigionieri, traducendo e contracambiando il saluto islamico, come aveva loro insegnato il buon Ali Turi, il quale durante i numerosi incontri con gli infelici aveva loro insegnato alcune parole ed alcune semplici frasi per l'approccio col popolo del quale, volenti o nolenti, avrebbero dovuto far parte.

Ismael Kanià prese in mano il foglio che aveva in mano Leonardo e gli chiese se sapesse leggere. Ali Turi gli riferì che il ragazzo aveva frequentato regolarmente la scuola della parrocchia e che si era distinto per bravura e per condotta.

- Bene, molto bene - esclamò il capitano. Poi, accarezzando i riccioli di Assuntina, proseguì rivolgendosi particolarmente a Teresa:

- Teresa, siamo arrivati in Turchia, la vostra nuova patria. Lo so: è difficile chiamare patria una terra che vi tiene 'schiavi, ma la pazienza, la rassegnazione e la vostra religione vi daranno forza sufficiente per accettare il nuovo stato. Ma, Aliali è grande e non vi farà mancare il conforto necessario. Il mondo, dopo la rivoluzione francese, è in ebollizione e tutti reclamano libertà, fraternità ed uguaglianza per tutte le genti.


In molte Nazioni è stata abolita la schiavitù e non vedo perché anche la Turchia non debba seguire l'esempio delle nazioni più civili!

Teresa, è vero che il tuo cuore sanguina per il figlio che hai lasciato a Nettuno, ma ti conforti alquanto il pensiero che, almeno, hai avuto la fortuna di condurre con te gli altri due, Leonardo ed Assunta... Anch'io ho figli e so bene quanto mi costa il separarmi da loro anche per brevissimo tempo... Poi la voce del comandante divenne più bassa, meno sicura e si ridusse ad un bisbiglio quando disse:

- Per legge, tu ed i tuoi due figlioli siete considerati preda di guerra e, pertanto, soggetti ad essere venduti come
schiavi!

- Dio mio! - esclamò Teresa accasciandosi sulla panca mentre il volto le si scolorava.

- Coraggio, signora, - interloquì Ali Turi cercando di allontanare un po' i ragazzi che invocavano " mamma Teresa " - coraggio; ascoltate il resto che vi dirà il capitano!

Questi, dal canto suo, aveva afferrato i fogli sparsi sul tavolo e faceva vento con questi sul viso della povera donna per farla rianimare.

Ripresa conoscenza, la donna tardò qualche minuto per raccapezzarsi ed essere di nuovo padrona di sé.

- Non temere, sono venuto qui per aiutarti... per farti una proposta che, forse, accetterai con favore.

- Dio vi compenserà, signor mio, non tanto per ciò che farete per me, ma per il bene che farete a queste povere creature... - Così dicendo serrava a sé le due testoline scosse dal pianto. Ci volle un grosso sforzo, perché anche il caro Ali non scoppiasse in lacrime, mentre ripeteva:

- Lo sentite, signo'?... Che vi dicevo?... Per Allah e per il suo Profeta, il comandante è un uomo, un vero uomo!... Lasciate che finisca di parlare.

- Io ho bisogno di una donna - proseguì il capitano - di una donna in gamba che aiuti in cucina e che sappia preparare piatti che non siano sempre il solito sis kebap (piccoli pezzi di carne cotti allo spiedo, sul carbone), il solito dolma (vegetali farciti con riso, pinoli, cipolle ed uva sultanina), il solito pilaki (insalata di fagioli). Mi piacerebbe variare per onorare i miei numerosi ospiti con " piatti all'italiana ", piatti che ho gustato raramente, ma il cui sapore mi fa venire ancora l'acquolina in bocca.

- Dio vi benedica, signor comandante! Per lei e per i suoi farò tutto quel che ho imparato a fare a casa mia e nel palazzo del Principe.

- Non occorre dirti che Leonardo ed Assuntina verranno ad abitare con te, in casa mia. Anche Leonardo, però, dovrà guadagnarsi il cibo e l'alloggio e lo farà sostituendo per qualche ora qualcuno dei miei servitori quando sarà necessario. Egli frequenterà con mio figlio Azim la moschea per apprendervi a leggere e scrivere il turco e per imparare a memoria il santo Corano, come è obbligo di ogni buon maomettano.

- Grazie, signor capitano, - esclamò con trasporto Leonardo.

- Cosa ha detto? - Chese Ismael Kania ad Ali Turi.

- La ringrazia, comandante.

Dopo aver sorriso a Leonardo, il comandante proseguì:

- Questa notte dormirete per l'ultima volta su questa nave. Domattina Ali Turi vi condurrà in città, al mercato degli schiavi, dove verrò io a prelevarvi.

Teresa, commossa, fece per afferrare la mano di Ismael Kania e baciargliela, ma il capitano si schermì e si allontanò dicendo:

- Salàm aleikùm!

- Pace e salute a voi - rispose per sé e per gli altri Ali Turi, visto che la commozione impediva a Teresa di rispondere al saluto.

Quella notte Teresa e Lonardo tardarono più del solito ad addormentarsi. La giornata era stata piena di emozioni: prima la nobile offerta di lavoro da parte del capitano; poi il commosso impatto visivo con la città e col meraviglioso panorama circostante, la cui bellezza parve loro ancor più grande dopo essere restati rinchiusi fra quattro pareti di tavola per nove lunghi giorni. Durante l'ora all'aria aperta avevano visto soltanto ciclo e mare e solamente negli ultimi giorni di navigazione avevano potuto scorgere i contorni sbiaditi dì isole e di monti lontani.

La spiaggia, i campi di grano, i verdi boschi che circondano la città di Antalya fecero correre il pensiero, la mente ed il cuore di Teresa, ma anche di Leonardo, alla cara patria lontana, all'amata, bella Nettuno. Ad entrambi parve entrare nella città che aveva preso il nome dal dio del mare: Antalya e Nettuno

sembravano città sorelle: per la spiaggia, per il porticciolo, per le strade anguste, per i campi dorati, per i verdi boschi, per gli alberi fioriti, per le verande smaltate di petali dai mille colori... E corsero col pensiero alle loro case.
Teresa immaginò il marito, Berardo, curvalo in avanti sulla sedia impagliata, gli occhi distrattamente fissi sul focherello che andava attizzando con le molle. Vide il suo Sebastiano seduto accanto al padre, muto, disperato, gli occhi sempre lucidi...

Leonardo, dal canto suo, si chiedeva se il padre e la madre avevano saputo affrontare la terribile sventura... Al povero ragazzo sembrava di vedere le lagrime del papa e della mamma, senza accorgersi delle sue che scorrevano copiose sul viso smunto ed infossato.

Prima di augurar loro la " buona notte! ", Ali Turi aveva dato loro i consigli e le istruzioni alle quali si sarebbero dovuti attenere il giorno appresso, al mercato degli schiavi. Il simpatico lazzarone certi consigli li sapeva dare, e come! essendo stato più volte venditore e compratore in quell'inumano serraglio, dove l'uomo non contava più d'una bestia e veniva barattato per poche, misere piastre.

Contrariamente alle altre regioni islamiche, la condizione degli schiavi in Turchia non era così disumana e bestiale, ma era pur sempre una condizione che poneva i disgraziati in uno stato poco al di sopra delle bestie.

 

note
(4) Pronunzia: Antalya, con l'accento sulla seconda a.

 



AUTORIZZAZIONE CONCESSA DALLA FAMIGLIA PAGLIUCA

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico,
meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.