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I CORSARI DI
TORRE ASTURA

di Antonio Pagliuca

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28 - Il Consiglio di Azim


Di Azim, il primogenito dell'ammiraglio, abbiamo parlato poco finora, perché il giovane viveva nel migliore dei modi la vita che il buon Dio da una parte ed i suoi genitori dall'altra gli permettevano di vivere. Le buone qualità innate, l'insegnamento dei maestri e l'affettuosa severità del padre non gli avevano consentito di vivere da scavezzacollo, sull'esempio di coetanei della stessa estrazione sociale, ma non poteva, ad onta di tutto questo, esser considerato un giovane da portare ad esempio, perché di tanto in tanto anche Azirn aveva indulto volentieri alle scappatelle proprie della spensierata gioventù.

La vita in comune con Leonardo, prima, e la frequenza di Sebastiano, dopo, aveva contribuito a sviluppare in lui le buone qualità e le attitudini innate. Al lume della logica e dell'analogia fra l'Islamismo e il Cristianesimo - che era l'argomento più frequente di conversazione fra i nostri giovani - Azim si era convinto che, oltre al maomettano, anche il cristiano doveva sperare di entrare nel paradiso di Allah, non fosse altro che per il meraviglioso comandamento della carità, o dell'amore, che mancava nella dottrina coranica.

L'esempio dei due giovani, incapaci di-essere cattivi con chicchessia e, meno che mai, di odiare, lo aveva reso meno egoista e più propenso ad operare il bene verso chiunque avesse avuto bisogno. Dall'amore per il prossimo al riconoscere che anche la donna ha una sua personalità ed una vita spirituale come l'uomo, il passo è breve.

Azim cominciò a considerare la donna non più schiava dell'uomo, ma sua amica e compagna e lodava il cattolicesimo per l'alta considerazione che aveva per la Madonna, donna innalzata alla dignità niente meno che di madre di Dio e degli uomini.

Non poteva non riconoscere che soltanto il cristianesimo aveva innalzato la donna a tal punto, mentre le altre religioni la consideravano poco al di sopra delle bestie.

Non era ancora un cristiano Azim, ma il suo nuovo modo di considerare il Creatore e le sue creature, si avvicinava più agli insegnamenti del divin Nazzareno che a quelli del profeta della Mecca. ;

La famiglia Kania era già a letto da un pezzo, quando l'ammiraglio, in veste da camera e con un lume ad olio in mano, bussò lievemente alla porta della camera del figlio il quale aveva l'abitudine di leggere un poco prima di coricarsi.

All'invito ad entrare, l'ammiraglio aprì adagio la porta e, entrando, si portò l'indice sulla bocca per invitare Azim a non far rumore. Questi sì era alzato dalla scrivania e si era fatto incontro al padre per chiedergli:

- Che c'è, papa? Posso fare qualche cosa per te?

- Non riuscivo a prender sonno. Una grave preoccupazione mi rende nervoso tenendomi sveglio.

- Posso sapere di che cosa si tratta?

- Questa sera Leonardo mi ha comunicato che Sebastiano è innamorato di Assuntina e viceversa.

- Lo sapevo anch'io, papa; e Io sanno tutti in casa.

- Il caso, però, che due sì innamorino prima di sposarsi e rarissimo in Turchia.

- Per forza! ...Ci fidanzate quando siamo ancora bambini e spesso ci fate sposare senza esserci mai visti prima!

- Io, però, non mi sono ancora impegnato per te!

- Papa, quando sarà l'ora preferirei fidanzarmi da solo, così come avviene in tutti gli altri paesi civili!

- Certo, certo, figlio mio. Ora, però, dobbiamo risolvere il problema di come far sposare Assuntina con Sebastiano.

- E' questo un problema? Semplicissimo: si sposeranno: e saranno felici!

- Ma, Teresa non vuole.

- " Mamma Teresa " non vuole?! E perché mai?

- Perché qui ad Antalya non c'è nessuno che possa sposarli! Non dimenticare che sono cristiani e cristiani davvero!

Non sposeranno mai senza che la loro unione non sia stata benedetta da un ministro di culto cattolico.

- E' vero. Non ci avevo pensato. - disse Azim.

- Ora che i due si amano, il mandare all'aria il loro matrimonio significherebbe rovinare la loro vita... che Allah non voglia!

- Possibile che non ci sia un modo, un sotterfugio per farli sposare?

- Legalmente qui non ci sono vie d'uscita! Ci vorrebbe, perciò, un sotterfugio, come tu dici, ma, quale?

- Lasciami pensare. Dove potremmo trovare più facilmente un prete cattolico, papa?

- Bisognerebbe sapere dove si trovano quelli fatti prigionieri, ma come andare a trovarli per poi condurli qui in segreto, senza che non si sappia niente in giro? La gente ci osserva e ci addita ad esempio... Che figura faremmo e quali gravi conseguenze per tutti noi, se si venisse a sapere che non solo tolleriamo cristiani in casa ma che, addirittura, favoriamo la religione degli infedeli!... Dovremmo fuggire da Antalya! Il rischio sarebbe grande, anche e soprattutto per un fedele suddito del sultano!...

Dopo qualche istante di silenzio, Azim si rivolse eccitato al padre.

- Papa!

- Hai qualche soluzione?

- Papa, una soluzione ci sarebbe, ma mi sembra troppo complicata!

L'ammiraglio si limitò a fissare interrogativamente il figlio che, adagio, intercalando a lungo le parole, proseguì:

- Dovrebbero andare a sposarsi in Italia!

- In Italia!?...

- Sì, proprio in Italia.

- In che modo? ...Figlio mio, riflettici bene prima di esprimere certe idee bislacche!

- Papa, lascia fare a me; ci penserò io!

- No, no, Azim; è a me che tocca pensarci, non a te! Sebastiano è un ufficiale di marina, anche se mio dipendente diretto, al quale, anche se volessi, non potrei mai permettere di andarsene in villeggiatura in compagnia di una mia schiava, perché, non dimenticarlo, Assuntina e la madre sono ancora mie schiave!

- Papa, nella faccenda tu dovresti restare assolutamente al di fuori!

- In che modo?

- Ho già in niente un mio piano. Incompleto, nebuloso... forse irrealizzabile, ma è un piano che vorrei studiare nei minimi particolari con Leonardo. - Dopo una pausa aggiunse fregandosi le mani per la contentezza: - Ce l'ho già tutto nella mente! Meraviglioso!

- Ma, Azim!...

- Papa, va a riposare! Domani sera ti svelerò un'altra qualità di tuo figlio Azim: quella di stratega. - Poi, accompagnando affettuosamente il padre alla porta: - A domani, papa. Dormi tranquillo.

- Che Allah ti protegga, figlio mio.

Uscito il padre, Azim, invece di coricarsi, si coprì un po' meglio ed andò da Leonardo il quale, pur stando a letto, non riusciva a prender sonno.

- Che ti prende? - Chiese ad Azim, vedendolo comparire col lume in mano.

- Dobbiamo parlare.

- A quest'ora?

- Sì, ora. Subito. Non riuscirei a starmene buono e tranquillo fino a domani mattina.

- Ma di che vuoi parlarmi?

- Di Sebastiano e di tua sorella Assunta.

Nell'udire quei due nomi pronunziati insieme, nel cuore della notte e con quell'impeto, Leonardo non potè fare a meno di mettersi seduto sul letto, le orecchie bene aperte e il viso tutto atteggiato a meraviglia e preoccupazione.

- Papa mi ha accennato a quanto tu gli hai detto questa sera.

- Ti ha... ti ha detto tutto?

- Mi ha ripetuto per filo e per segno il colloquio intercorso fra te e lui... le vostre preoccupazioni.

- E tu che ne dici?

- Dico che non è difficile farli sposare.

- Non è difficile!?... Ma, scherzi? Se dovessero sposarsi come maomettani la cosa sarebbe bell'e fatta. Ma mia madre ed io e, penso, anche loro due vorranno sposarsi da cristiani!

- E li faremo sposare da cristiani!

- E' facile a dirsi... ma è impossibile... è assurdo solo sperarlo! Tuo padre ed io lo abbiamo escluso.

- Uomo di poca fede!... E' così che diceva il tuo Gesù, non è vero?

- Veramente tu sapresti come farli sposare?

- Ora lo so benissimo.

- Un quarto d'ora fa, quando ho dato la buonanotte a mio padre, il disegno ce l'avevo già in mente, ma in modo nebuloso, Ora ce l'ho chiaro, limpido, fattibile... fattibilissimo!

- Fuori il tuo piano!ù

- Condurremo Assuntina in Italia, a Nettuno!

- Ma, ti da di volta il cervello?

- No, no, ragazzo mio. Il mio cervello funziona benissimo; è il tuo coraggio che non funziona e potrebbe rovinare il mio piano!

- Il mio coraggio... il tuo piano... Ora incomincio a capire.

- Testone, ti ci vuole per capire!...

- In Italia... a Nettuno. Dovrebbero fuggire!

- Ma, che fuggire!... Fugge chi ha intenzione di non ritornare... I due colombi invece, dopo essersi sposati, dovranno per giuramento ritornare qui in Turchia!

- Dio benedetto!... Sarebbe possibile una così grande grazia?!

- Ma non sei tu che mi hai ripetuto mille volte che il tuo Dio accontenta chi lo prega con fede?

- L'ho detto.

- E tu ce l'hai tutta la fede che occorre per portare a termine l'impresa?

- Si, Azim: io ho fede in Dio e son certo che lui seguiterà ad aiutarci.

- Il modo come finora ha saputo riunirvi e proteggervi dimostra che il tuo Dio e Maria, madre di Gesù, come voi dite, vi aiuteranno anche in questa occasione. Se tutto questo si avvererà sarò costretto ad abbracciare la tua fede.

- Dio lo voglia, vecchio mio. Son certo, Azim, che anche questa volta la mia Madonna delle Grazie di Nettuno ci dimostrerà il suo affetto e la sua bontà.

-- Non dovremmo parlare anche a Sebastiano e ad Assuntina?

- Naturalmente. Ma ritengo che sia bene tacere con mamma Teresa, o, quanto meno, tenerla nell'incertezza, senza farle perdere la speranza.

- A questo ci penserà mio padre.

- No, Azim, l'ammiraglio dovrà essere messo in grado di arguire... di capire... ma dobbiamo tenerlo assolutamente fuori della faccenda. Lui non dovrà essere minimamente ritenuto responsabile di nulla, nel caso che l'impresa fallisse!
- Sì, forse hai ragione tu, Leonardo.

- Deve essere assolutamente così! Tutti debbono avere la certezza che l'ammiraglio sia all'oscuro di tutto!

La discussione fra i due giovani si potrasse ancora per alcune ore, finché i due ebbero elaborato un piano che sembrava un cesello di strategia e di buon senso.

Lo si sarebbe dovuto sottoporre agli altri che avrebbero fatto parte della spedizione e, cioè, ai due fidanzati, ad AH Turi ed a Nedim.

Capo della Spedizione sarebbe stato lo stesso Leonardo.

 



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