Primo guaio la foto sbagliata:
La notizia era quella di un arresto eccellente e noi ricorremmo a una foto scattata nel corso di un'assemblea di commercianti. Dietro al personaggio arrestato - che poi fu completamente scagionato - c'era nella foto Marco Bellosi, un personaggio ad Anzio, rappresentante di una delle cooperative di ormeggiatori ed ex consigliere comunale di Anzio per la Dc. Non facemmo molto caso a "scontornare" la foto per mettere solo chi interessava a noi e così il sabato, in prima pagina, capitò anche lui che ovviamente con l'arresto non c'entrava nulla. Avevamo clamorosamente sbagliato e immaginate la situazione... Sarebbe stata una querela persa in partenza, invece dopo le scuse inviate per raccomandata e quelle pubblicate sul giornale il buon Marco - giustamente amareggiato - decise di soprassedere. Capì la nostra assoluta buona fede. Un esempio per le querelomanie e le richieste di risarcimento miliardarie che negli ultimi tempi si sono scatenate contro tutti i giornali...

Querele, un record e non basta:
Non c'è buon giornalista che non abbia preso almeno una querela. E' una cosa che si sente ripetere spesso nell'ambiente e alla quale noi, ovviamente, non potevamo sottrarci. Per la verità, dati i tempi che corrono, temevamo che potesse andar peggio ma abbiamo avuto e abbiamo ancora da fare per Tribunali, penali e civili, ben seguiti dall'avvocato Pietro Di Dionisio. Il record a dire il vero lo abbiamo raggiunto con l'onorevole Michele Caccavale che nel suo periodo alla Camera ci ha denunciato qualcosa come sei o sette volte. Siamo andati in Tribunale a Velletri e a Roma - nel frattempo era cambiato il luogo di stampa - ma alla fine abbiamo trovato un accordo "a stralcio" come si usa dire in gergo giuridico. Noi avevamo vinto in primo grado già due processi, gli altri erano pendenti, abbiamo "chiuso" tutto compensando le spese e versando in beneficenza del denaro. Per le altre ancora in corso siamo in mano alla giustizia e ovviamente ci auguriamo che vada tutto bene.