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IL BASEBALL, LA SUA

STORIA E NETTUNO

Maria Antonietta Marcucci
Luciana Della Fornace
Sante De Franceschi

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8 - In attesa del XII scudetto


II 1974 non è per il Nettuno "Colombo Assicurazioni" un anno fortunato: in campionato è un secondo posto dietro la Montenegro di Bologna, nonostante l'ottimo lanciatore Mike Bruno (per la prima volta a Nettuno un oriundo sul mound) e un eccellente 936 di media difesa; altrettanto sfortunato è in Coppa dei Campioni dove arriva al secondo posto alle spalle degli Haarlem Nicols.

Nel 1975 avviene un mutamento radicale nella Serie Nazionale: con una nuova formula di gioco si disputano infatti tre incontri settimanali. Prendono il via 11 squadre. Il Colombo Nettuno parte molto bene, ma sorgono presto problemi sul monte di lancio (Mike Bruno per fastidi al braccio, non ripete le ottime prestazioni della stagione precedente) che non gli permettono di contrastare le squadre di Rimini, Parma e Bologna. Alla fine del campionato riesce a conquistare soltanto il quarto posto. Vince lo scudetto il Rimini soprattutto per merito dell'eccellente lanciatore Mike Romano.

La formula del campionato a tre incontri è ancora valida nel 1976. Il Nettuno per adeguare la sua forza a quella delle squadre del nord, ormai emergenti, (Rimini, Parma ed i soliti Milano e Bologna), è costretto a rinforzare la sua compagine facendo acquisti in U.S.A.. E così, oltre a Guerrero, arrivano Bonfonte, Ted Alfieri, Al Portogallo, Sandy Spadafora, Gary Roma. La squadra, così rinforzata, conduce un ottimo campionato, ma riesce a conquistare soltanto un secondo posto dietro al fortissimo Parma che vince il primo scudetto della sua storia.

La struttura del campionato a tre incontri settimanali subisce nel 1977 una leggera modifica rispetto ai campionati precedenti: le dieci squadre partecipanti, divise in due gironi di qualificazione, disputano tripli incontri di andata e di ritorno; al termine di questa fase di gioco, le prime tre di ogni girone partecipano alla "poul finale".

Prevale sulle sei squadre finaliste la Germal Parma in un clima di contestazioni e di polemiche che la coinvolge insieme al Rimini. Il Nettuno Colombo si deve accontentare di un terzo posto terminando a sole due incollature dalla capolista, al termine di un campionato molto ben condotto.

Nel 1978 si decide di ritornare al campionato articolato su due incontri settimanali e al girone unico, perché molte società non possono più affrontare le onerose spese di lunghe trasferte; purtroppo, tecnicamente, si avverte un certo scadimento di gioco.

Il Glen Grant Nettuno, anche per la mancanza di giocatori americani validi (escluso Daniels), disputa, con medie individuali molto basse, il peggior campionato della sua storia, ma riesce a piazzarsi al quarto posto dietro al Rimini, al Parma, al Biemme Bologna che vince il titolo italiano.

La situazione finanziaria del Nettuno nel 1979 è difficile e la società è in crisi. L'abbinamento con la "Colombo Assicurazioni" la solleva da molte preoccupazioni, ma non basta. Si decide allora di allargare i quadri dirigenziali e di tassare tutti con una quota. Questa nuova disponibilità economica permette di fare arrivare dagli Stati Uniti giocatori validi quali Del Sardo (un esterno dal "buon guanto" e ottimo battitore), Guerriero (un forte lanciatore mancino), Cook (un interno con trascorsi professionistici in U.S.A.) e si possono riconfermare Daniels e Portogallo.

 


1979 - Nettuno-Anzio. Scivolata in seconda di Bernicchia

 


1979 - Daniels,arriva a piombo sotto lo
sguardo vigile dell'arbitro Capobianco

 

La novità dell'anno è il "battitore designato". L'innovazione consiste nel far battere al posto del lanciatore un altro giocatore designato e destinato appunto solo alla battuta. La possibilità di usare il battitore designato fu una innovazione introdotta per la prima volta nel Torneo Mondiale organizzato dall'A.IN.B.A. svoltosi a Cartagena in Colombia (l'Italia non vi partecipò) nel 1977. Nella stessa occasione venne adottata per la prima volta la mazza di alluminio che aumenta notevolmente la potenza della battuta ed elimina il pericolo di rottura, cosa che avveniva spesso con la tradizionale mazza di legno.

Il Nettuno conduce un ottimo campionato che lo riscatta dalle scialbe prestazioni dell'anno precedente. Alle appassionanti partite assiste il pubblico di sempre che torna a gremire gli spalti del Comunale. Brillano per classe e potenza Costantini e Bernicchia e il giovanissimo Bagialemani comincia la sua "stagione d'oro", una lunga stagione da fuoriclasse che perpetua l'antica tradizione nettunese. Nonostante tutto, è ancora una volta, purtroppo, un secondo posto dietro il Rimini che vince il suo secondo scudetto, con due partite di vantaggio.

Il 1980 è per il Nettuno l'anno dei record: record di spettatori; record di incassi; record di media battuta della squadra con 344 di percentuale che sembra inattaccabile.

La squadra si rinforza sul monte di lancio con quel gran giocatore che è Steve Rum e arrivano due fuoriclasse del calibro di Sanders (che ha fatto alcune presenze nella Mayor League americana) e Ed Oliveros (un fuoriuscito cubano che ha giocato nel triplo "A"); inoltre viene riconfermato Del Sardo. Nonostante la sua forza sia in difesa che in attacco, il "nove" nettunese stenta a prendere il via, forse perché non completamente amalgamato, tanto che al termine del girone d'andata ha un distacco dal Rimini, primo in classifica, di ben quattro partite! Poi, finalmente, comincia a "macinare" vittorie su vittorie (ben diciotto consecutive!) e alla penultima giornata di campionato raggiunge il Rimini in vetta alla classifica. Per tutti, si riaccendono le speranze di conquistare il 12° scudetto tricolore! Nelle due belle partite vinte sul Derbigum Rimmi in casa dal Nettuno, nella 15a giornata, le due protagoniste danno "spettacolo", giocando un grande baseball. Poi, nell'ultima giornata, mentre il Rimini vince sul Biemme Bologna, il Nettuno perde la partita con il Parma, dopo aver condotto l'incontro fino al quinto inning per 10 a O! Per un cedimento dell'ottimo Cianfriglia, i parmensi accorciano prima le distanze, poi, con una rimonta prodigiosa, riescono ad aggiudicarsi l'incontro che, se vinto dai nettunesi, avrebbe permesso loro di disputare lo spareggio-scudetto con il Rimini. La delusione e l'amarezza sono incontenibili! Al Glen Grant Nettuno rimane soltanto la soddisfazione di aver disputato uno dei migliori campionati della sua storia.

Dopo la bella, ma sfortunata stagione 1980, quella dell'81 è deludente e del tutto negativa. All'inizio del campionato vi è la prima sgradevole sorpresa: Giampiero Faraone, dopo essere stato per anni l'ottimo allenatore del Nettuno, lascia la squadra. Sarà sostituito da Nick Siemazs assistito da Gianpaolo Mirra e da Pietro Monaco. C'è poi la mancata riconferma di Steve Rum, lo splendido lanciatore che ha entusiasmato i giapponesi ai Mondiali di Tokyo, a tal punto che i nipponici non se lo lasciano sfuggire e una squadra professionistica gli offre un contratto vantaggiosissimo; infine anche Sanders lascia il Glen Grant Nettuno per tornare negli Stati Uniti.

Oliveros e Del Sardo vengono riconfermati; arrivano gli oriundi Vincent Perrone e Di Napoli, il ricevitore americano Mar-ty Stadjuhar e il lanciatore italiano Maurizio De Santis. Ma nonostante l'entusiasmo e la fiducia iniziali e un buon esordio di campionato, ben presto, all'interno della squadra, qualcosa non "gira" più nel verso giusto: una discontinuità di rendimento si protrae per tutto il campionato. Né le cose migliorano con l'arrivo del coach americano Manieri che, forse a causa della scarsissima conoscenza della lingua italiana o perché lontano dalla nostra mentalità, non riesce a stabilire con la squadra quel rapporto di fiducia, di comprensione, soprattutto sul piano psicologico, che è indispensabile specialmente nei momenti più critici di un campionato.

Nei Play offs il Glen Grant finisce al terzo posto dopo il Rimini e il Parma che vince per la terza volta il titolo italiano.

Durante l'inverno la società vive momenti drammatici: per il 1982 il Glen Grant non riconferma l'abbinamento con la squadra nettunese che quindi rimane senza sponsor. Una volta ancora la partecipazione al campionato è messa in serio pericolo e solo il provvidenziale intervento della "Sicma Impianti" fuga tutte le paure, risolvendo gran parte dei problemi della Società. Con la nuova denominazione il Nettuno si presenta al via del Campionato Nazionale 1982, il trentaduesimo della sua lunga storia!

La responsabilità tecnica della squadra viene affidata a Gian-paolo Mirra che è coadiuvato in questo suo incarico dai giocatori Giorgio Costantini e Stefano Bernicchia.

ma, del Nettuno, del Grosseto e dell'ormai famoso "Club Italia"(1).

In questo Torneo, vinto dagli azzurri del "Club Italia", le prestazioni del rigenerato Nettuno sono convincenti; inoltre il buon inizio di campionato, fa ben sperare. La squadra, amalgamata, compatta, ben condotta, eccellente sia in difesa che in attacco, disputa un ottimo campionato che avrebbe potuto vincere, se solo avesse avuto un pizzico in più di fortuna. Purtroppo, il successo le è venuto a mancare proprio quando rinascevano le speranze di riappuntare il 12° scudetto sulle sue casacche, le più blasonate d'Italia! Nei play offs è seconda solo al Parma che merita di vincere il suo quarto scudetto.

Ecco... questo è stato il baseball a Nettuno. Dopo gli anni eroici, gli anni ruggenti, la storia recente, quella di oggi, continua come tutte le storie belle: "...e vissero insieme felici!" Ed è vero: il baseball e Nettuno vissero, vivono e vivranno sempre felici, finché ci sarà una squadra di baseball, finché ci sarà un "tifoso nettunese".

Ma ora, è tempo che lo scudetto tricolore torni sulle sponde del Tirreno.

 

NOTE

1 - (Il "Club Italia" è una squadra composta dei migliori giovani del baseball italiano destinata a partecipare alle olimpiadi di Los Angeles 1984. È questa una delle migliori iniziative che la F.I.B.S. abbia mai preso; una iniziativa che ha una importanza determinante per il "nostro" baseball. Per i Federali il Club Italia è una "pattuglia d'assalto dal baseball italiano, tutto italiano che ci deve rendere orgogliosi").





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