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IL BASEBALL, LA SUA

STORIA E NETTUNO

Maria Antonietta Marcucci
Luciana Della Fornace
Sante De Franceschi

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4 - La Nazionale Italiana


In campo europeo e mondiale l'attività basebollistica italiana è stata esaltante fin dal primo incontro internazionale ITALIA-SPAGNA disputato a Roma il 31 agosto 1952.-"Una grande giornata per il baseball italiano ed europeo" dirà il presidente principe Borghese a Giulio Onesti presidente del C.O.N.I., che, in tribuna d'onore, aveva assistito con interesse a tutto l'incontro.
Il risultato finale fu di 7 a 3 in favore della rappresentativa spagnola, la squadra europea che negli anni cinquanta era considerata la più forte anche perché praticava questo sport da molti più anni degli italiani. Ma al di là del risultato tecnico, altri importanti "risultati" erano stati raggiunti; la Federazione, i tecnici, i giocatori, gli arbitri... il pubblico che aveva affollato le gradinate dello stadio Torino, superando ogni più rosea e ottimistica aspettativa della vigilia, tutti dunque avevano dato una brillante dimostrazione della maturità raggiunta.

 


II grande manifesto che la FIPAB
fece stampare in occasione
del 1 ° incontro internazionale di baseball.

 

La prova del fuoco era stata superata da ogni punto di vista: da quello tecnico a quello organizzativo, e propagandistico, soprattutto considerando le esigue possibilità finanziarie della giovane Federazione. La prima avventura in campo internazionale aveva avuto pieno successo: "Un gran successo tecnico, organizzativo, spettacolare ha arriso all'ardita impresa della Federazione Italiana Palla Base che ha portato dinanzi al grosso pubblico (si sono calcolati più di 12.000 spettatori} una partita internazionale di notevole levatura..." scriverà Alberto Manetti, il più brillante giornalista sportivo di baseball, in apertura della lunga e dettagliata cronaca dell'incontro Italia-Spagna.

I tre tecnici di questa prima nazionale, Parmiggiani, Corallo e Vada, fecero miracoli! Sul campo di Opicina di Trieste riuscirono a fare dei 25 giovani convocati, che avrebbero indossata per la prima volta la maglia azzurra, una squadra ben amalgamata e omogenea che riuscì a dare una eccellente prova contro avversari più esperti e più forti.

 


Da sin.: Don Bardo, Presid. Spagnolo, il Princ. Borghese
e il Comm. Ridarelli.

 

Che dire dell'emozione che prese alla gola giocatori e pubblico quando, nel caldo pomeriggio d'agosto, di fronte alle due squadre schierate in campo, si levarono le note degli inni nazionali; un lungo, caloroso applauso salutò i "primi azzurri" del baseball, mentre la folla, in piedi, gridava "Forza Italia!" Dopo tanti anni si è assaliti dalla stessa profonda emozione e con orgoglio si può dire: "c'ero anch'io".

"Forza Italia" titolava un giornalista sportivo che così scriveva: "Quando si parla di "prima nazionale" non si può fare a meno di pensare a quelle vecchie foto dove si ammirano i pionieri di ogni sport, baffuti ed impettiti, con mutandoni e medaglie appuntate sul petto. Anche voi, "cari azzurri", da oggi sarete guardati con ironia dai successori che scenderanno in campo fra 20 o 30 anni. Ma indubbiamente voi avrete un vantaggio su di loro: mentre i loro nomi sfuggiranno nel tempo, i vostri passeranno alla storia. Siete i "primi" azzurri del baseball: cercate di meritare questo onore. Il pronostico non vi è favorevole, lo sappiamo, ma siamo sicuri che farete quanto è possibile per sovvertirlo e riportare una clamorosa vittoria. Forza ragazzi, lo sport italiano si è arricchito di una nuova specialità di cui voi siete gli alfieri. Il cuore di tutti gli sportivi è con voi: ancora una volta risuonerà il fatidico grido di "Forza Italia" e siete voi, gli azzurri del baseball, che lo farete riecheggiare sugli spalti dello stadio romano". La sconfitta rattristò i giocatori, anche se consapevoli che il baseball italiano nonostante tutto non usciva umiliato dal confronto; il pubblico, che aveva incoraggiato senza posa gli atleti e li aveva sorretti con un "tifo indiavolato", uscì dallo Stadio "Torino" un pò deluso, forse, ma profondamente convinto che gli "azzurri" avevano giocato col "cuore", che si erano battuti con coraggio e che ognuno di loro aveva dato il meglio di sé. Quel 31 agosto 1952, che segnò la prima tappa di un lungo cammino, rimarrà un giorno storico, perché nasceva un nuovo manipolo azzurro: il "nove" del baseball.

 


La prima Nazionale azzurra. Commissario Tecnico: William L. Parmiggiani (il primo in piedi a destra). Manager: Samuel Corallo (il primo in piedi a sinistra). Vice Manager: Albert Vada (il primo a sinistra in ginocchio}. I giocatori (in ordine alfabetico) Arrigoni Carlo (E.S.) - Bernini Sergio (E.S.) - Cameroni Luigi (int. B.) Caranzetti Pietro (1° B.) - Cencetti Carlo (R.) - De Pasquale Giampiero (3° B.) - Fattori Luigi (2° B.) -Glorioso Giulio (L.) - Lachi Romano (L.) - Lucarelli Giancarfo (3° B.) - Macri Giovanni (2° B.) - Malmusi Attilio (1° B.) - Mantovani Sergio (E.D.) - Maoloni Luciano (1° B.) -Marcucci Antonio (R.) - Ragazzi Giorgio (E.D.) - Rizzo Angelo (R.) - Sandulli Enrico (Int. B.) - Setti Sergio (E.C.) - Tavoni Franco (E.C.) - Villa Ernesto (L.).

 

L'anno seguente l'Italia disputava due incontri internazionali: il 16 agosto 1953 a Madrid con la Spagna. Il 6 settembre con il Belgio a Milano.

Il primo incontro terminava in favore della rappresentativa spagnola per 8 a 4, riconfermando la supremazia tecnica dei giocatori iberici. Accompagnavano la comitiva azzurra, per la prima volta in trasferta, il presidente federale Steno Borghese, il Segretario Generale De Vitis, il commissario tecnico Max Ott, l'allenatore Mr. Vada. Gli Iberici presentarono sul monte di lancio l'eccellente Bacerra, rilevato al quinto inning da Seda, altrettanto bravo. I lanciatori italiani furono Glorioso e Lachi che, come tutti i compagni di squadra, giocarono con determinazione e con ardore, conducendo una buona partita; ma nonostante ciò, la superiorità spagnola fu evidente fin dall'inizio. Anche questa volta, la sconfitta lasciò un pò d'amaro in bocca ai giocatori e ai dirigenti italiani; tutti però cercarono di non drammatizzare troppo, riuscendo a riacquistare quella serenità necessaria per affrontare i non facili incontri con le altre squadre europee che attendevano gli azzurri molto presto.

 


Madrid 15 Agosto 1953 - II presidente della F.I.PA.B.
con i giocatori prima dell'incontro con la nazionale spagnola.

 

L'incontro con il Belgio decretava alla giovane rappresentativa italiana la sua prima vittoria in campo internazionale, con il punteggio di 7 a 3: la prima di una lunga serie di successi. "Ottima la prestazione degli azzurri, ottimo il loro comportamento in campo..." sarà il commento dei cronisti sportivi. Soddisfatti e felici gli azzurri la sera del 6 settembre 1953 sognarono tante, tante altre vittorie sui campi europei. E puntuale arrivò la trionfale affermazione italiana al primo campionato d'Europa. La nostra nazionale, decisa e preparata rivelò un livello generale di gioco "che era cresciuto a dismisura come un fiume in piena a rovesciare e a sommergere gli argini dello scetticismo e dell'incredulità". La stampa belga dava per scontato che l'Italia sarebbe stata l'ultima classificata del campionato! Ma l'abilità tecnica e stilistica degli azzurri, nettamente superiori a quella degli avversar! europei, la intima coesione morale, l'affiatamento completo della squadra e "tanto cuore, tanta abnegazione e nello stesso tempo tanta bravura", permisero alla nazionale di baseball di laurearsi Campione d'Europa. La preparazione degli azzurri era stata rigorosa sotto la guida esperta e severa degli allenatori Mac Garity, il "magico" artefice della vittoria azzurra e Burks che tanti preziosi consigli seppe dare ai "suoi ragazzi".

 


Raduno nazionale a Nettuno per i Campionati europei del Belgio.

 

Prima di partire per Anversa, dove si sarebbe disputato il primo campionato Europeo, al quale avrebbero partecipato Belgio, Spaglia, Germania e Italia, il Commissario Tecnico Prof. Ugo aveva detto: "II giocatore azzurro deve essere "grande" nel gioco, severo nel comportamento e semplice negli atteggiamenti. Non deve dimenticare che l'essere nazionale prima di dare gloria, comporta sacrificio e rinuncia..." E la giusta ricompensa per tanti sacrifici e tante rinunce di questi dilettanti dello sport nel senso più disinteressato, più puro, più generoso, più moderno della parola, fu la duplice affermazione sul Belgio e sulla Spagna.

La squadra italiana, che si trovava in un totale stato di grazia e che "sentì" la partita in maniera eccezionale, condusse, nel primo confronto, un incontro tecnicamente ineccepibile, ricco di slancio, con determinazione, con dedizione assoluta e sconfisse il Belgio con un secco 6 a 1.

Contro la Spagna, l'Italia vinse ancora, conducendo l'incontro "con spigliatezza e con baldanza, accorta in difesa e audace in attacco, guidata con secchi cenni e con brevi parole dall'allenatore Mc. Garity..." scriveva il giornalista sportivo a seguito degli azzurri Nino Bagnoli. Alla fine della partita, mentre tutti i giocatori e dirigenti, si abbracciavano commossi e soddisfatti e il tricolore saliva sul pennone più alto salutando i primi campioni d'Europa, si avvicinò al Presidente della F.I.Pa.B., il capitano Vincenzo Garosi, comandante della "Capo Noli", una nave ormeggiata nel porto di Anversa. Aveva assistito alla partita, della quale non aveva capito nulla! ma questo non aveva importanza... l'Italia aveva vinto! Si congratulò con il Presidente e con i giocatori e invitò tutti a festeggiare la vittoria sulla sua nave: e lì, su quel pezzette di suolo della Patria, la commozione strinse la gola e gli occhi di tutti si riempirono di lacrime. In quel momento "si pensò all'Italia, nel cui nome si era combattuto e vinto, si pensò ai tanti sacrifici sostenuti, si pensò all'urlo "Italia!" che era risuonato sul terreno di gioco come un grido di vittoria" lo stesso che rimbalzava attraverso il telegrafo con il messaggio del presidente Sacerdoti dell'Associazione sportiva Roma che auspicava il "trionfo azzurro nel primo campionato europeo di baseball al grido di: forza Italia".

 


Anversa 27 Giugno 1954 - L'Italia è campione d'Europa di baseball.
La vittoria reca una grande firma: quella di Horace Me Garity.

 

Anche dall'America giungevano agli azzurri le congratulazioni dell'allenatore Mr. Vada; dalla lettera traspariva tutta la sua gioia, il suo orgoglio, ma soprattutto il profondo rimpianto di non essere accanto ai ragazzi della nazionale in un momento così felice!
Ma l'emozione più profonda per i nazionali di baseball, fu, senza dubbio, ricevere il ringraziamento del Presidente che con una lettera stupenda.

 


1958 - La nazionale italiana di baseball ai campionati europei in Olanda (l'Italia si classifica al 2° posto).


1958 - Campionati Europei di baseball in Olanda. Alcuni componenti la comitiva azzurra in gita: Caiazzo, Morelli, Glorioso, Tagliaboschi, Luzi, il giornalista Ridarelli, Rirnini, De Pasquale, Folli, Cameroni.

 

Negli anni successivi l'Italia è stata ancora campione d'Europa:

- nel 1975 il campionato europeo fu organizzato a Barcellona. Finalmente la Nazionale italiana i riusciva a battere gli olandesi, i tradizionali avversar!, e a conquistare la vittoria dopo cinque partite entusiasmanti.

L'Italia la spuntava alla quinta partita, dopo che i tulipani erano riusciti a pareggiare nel quarto incontro. Eroi della compagine azzurra furono i due lanciatori oriundi Romano e Martone;

- nel 1977 nei campionati europei di Haarlem in Olanda, l'Italia riusciva a conquistare il titolo europeo battendo ancora gli olandesi addirittura sul loro campo! Nella finale tra l'Italia e Olanda, i padroni di casa vincevano i primi due incontri con lo scarto di un solo punto (6 a 5 e 2 a 1). L'Italia riusciva a pareggiare le sorti vincendo il terzo e il quarto incontro (7 a 4 e 4 a 1). Il quinto e decisivo incontro veniva vinto ancora dall'Italia per 1 a O, con una eccezionale prestazione del lanciatore Landucci. L'apporto dato dai "nettunesi" Bernicchia, Morville, Scerrato, Alfieri, Portogallo e del manager Faraone (per l'occasione assistente coach), fu determinante: gli italiani si laureavano per la terza volta Campioni d'Europa:

- negli europei del 1979 disputati a Trieste, la Nazionale Italiana vinceva il campionato aggiudicandosi quattro incontri su cinque contro gli Olandesi con i punteggi di 3 a 2, 14 a 1, 5 a O, 8 a 4 e 5 a 8. Della comitiva azzurra facevano parte soltanto due nettunesi: Del Sardo e Costantini.

In quasi tutti gli altri Campionati Europei l'Italia si è classificata al 2° posto (nel 1958, '60, '62, '64, '65, '69, '71, '73, '81) e comunque sempre nei primi posti della classifica.

Nel 1970 per la prima volta il baseball italiano partecipava al Campionato del Mondo per dilettanti, iniziando così la sua avventura intercontinentale. Risalendo faticosamente, ma decisamente, dagli ultimi posti della classifica, nei campionati del 1978 e del 1980 si è inserita al 5° posto nella serie mondiale, e malgrado "l'urto" con il poderoso line-up cubano, che da sei anni è campione del mondo, gli azzurri hanno avuto delle grossissime soddisfazioni; soprattutto la duplice vittoria sugli Stati Uniti nel 1973 nella Coppa Intercontinentale disputata in Italia e nel 1980 nel Mondiale in Giappone.

 

1971 - Campionati Europei - In piedi: Dentice (Coach) - Frinolli (prep. atletico) - Faraone - Mirra - Campisi - Lerker - ? - Iaschi - Geron - De Renzi - Ceccotti (segr. Federazione) - Chet Morgan - (manager). In ginocchio: Mass. - Laurenzi - Monaco - Rinaldi - Luciani - Sorsi - Meli - Dall'ospedale. Seduti: Lauri A. - Ambrosini (Coach) - Montanini (Coach) - Gatti - Silva - Passarotto - Malaguti - Ugolotti.

 

Gli azzurri ai mondiali colombiani: il dr. Ceccotti, Glorioso, Lerker, Ceccotti, Corradini, Mirra, Castelli, Gavazzano, Bertoni, Meli, Silva (in ginocchio da s.) Paganelli, Malaguti, Passarotto, Monaco, Morgan, Aldo Notari, Ugolotti, Gatti, Iaschi, e Alfredo Lauri.

 

La prima affermazione italiana sugli americani fu definita una impresa leggendaria che sarebbe "rimasta scritta a lettere d'oro nella storia del baseball". La sera del 5 settembre 1973. sul diamante del Parma, la nazionale azzurra, giocando splendidamente, batteva, anche se di misura, quella degli Stati Uniti per 6 a 5. Una partita entusiasmante, combattuta al limite delle capacità fisiche e psicologiche da parte dei tutti gli atleti in campo.

Nel 1980 in Giappone, l'Italia si classificava al 5° posto battendo l'Olanda, la nostra tradizionale avversaria, il Messico, il Venezuela, il Portorico e la squadra U.S.A. in una partita indimenticabile, nella quale gli azzurri si sono dimostrati nettamente superiori. La bella vittoria è valsa a far dimenticare le altre sconfitte subite, soprattutto quella di stretta misura (8 a 6) contro i giapponesi; una partita ben condotta, ben giocata e "vinta" fino al sesto innig! "Il match della grande speranza e della più macroscopica delusione..." dirà Giancarlo Mangini che con il Presidente Beneck e con tutto il clan italiano ha sofferto ogni errore, ogni eliminazione, ogni inning. Ma comunque una bella partita che è valsa a farci conoscere "dall'intero Sol Levante".

Ai mondiali svolti in Corea nel settembre '82 vi hanno preso parte l'Australia, i Canada, la Cina, il Giappone, l'Olanda, il Panama, gli Stati Uniti, la Corea, la Repubblica Dominicana, l'Italia, che hanno inaugurato il favoloso Jamsil Stadiurn che fa parte del grande complesso sportivo che i coreani stanno costruendo per ospitare i Giochi Olimpici del 1988.

L'Italia, dopo un avvio brillantissimo che l'ha vista vittoriosa sulla Corea e su! Giappone, le due squadre più forti del campionato, ha purtroppo subito delle dure sconfitte che l'hanno relegata al 6° posto della classifica finale.'Specialmente nella seconda parte del mondiale, molte cose hanno influito negativamente sul buon andamento delle gare; la stanchezza, forse, o alcune clamorose decisioni arbitrali completamente errate, o forse la sfortuna che ha perseguitato un pò gli azzurri. Ben presto quindi si sono dissolte le speranze nate dopo le prime sfolgoranti vittorie; le uniche soddisfazioni sono venute dalla nomina del presidente Beneck quale migliore dirigente internazionale del 1982; dal lusinghiere giudizio dell'Organo Arbitrale Internazionale che ha reputato Riccardo Fraccari il miglior arbitro presente al mondiale '82, ma anche per essere stati gli unici a battere i coreani, Campioni del Mondo.

 


1982 Seoul Korea - Cerimonia d'apertura dei campionati mondiali

 


1982 - Seoul - Campionati mondiali -
Frinolli - De Carolis - Beneck - Zucconi - Faraone - Noce.

 

Nel luglio ]983 avranno luogo i Campionati Europei (decisivi per le qualificazioni alle Olimpiadi di Los Angeles) che si disputeranno sui campi di Lucca, Firenze, Grosseto e Castiglione della Pescaia; vi parteciperanno l'Olanda, la Francia, la Spagna, il Belgio, la Svezia, l'Italia. Per l'importante avvenimento, ancora una volta, gli azzurri di baseball sfodereranno tutta la loro grinta, pronti a conquistare altre sfolgoranti vittorie, a cogliere altre soddisfazioni con la profonda volontà di far sempre meglio "per loro, per il baseball, per l'Italia".




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