100libripernettuno.it




PAOLO SEGNERI

NOVELLE MORALI
ELOQUENTISSIME

NEL TERZO CENTENARIO
DELLA MORTE 1694 - 1994

a cura di
QUINTO MARINI

Ugo Magnanti editore

HOME - OPERE

03 - ESTERMINIO DI UNO SPERGIURO


Nell'Isola famosa di Corsica 1, in un villaggio presso San Bonifazio, rimase vedova una donna dabbene2, a cui il marito lasciò morendo trecento scudi di argento, per accasare3 a suo tempo una piccola fìgliuolina, unico frutto delle loro nozze onorevoli. Or la bontà di questa semplice donna, che dubitava, tenendo il danaro in casa, d'invitare con esso i ladri a suo danno, si lasciò consigliare a depositarlo ad un suo vicino, senza pensare a chiederne frattanto scrittura autentica4, come colei, che tanto era lontana dal sospettare mai frode in altri, quanto era aliena dall'animetterla in sé. Crebbe fra ciò la figliuola, e venne l'ora di maritarla: onde conchiusosi il parentado, dimandò la madre il danaro depositato al suo conoscente; il quale, accecato dall'interesse, negò sfacciatamente di avere giammai da lei ricevuto nulla: "E, se da me nulla vuoi, va, le disse, va, chiamami alla giustizia". Ma come poteva convenirlo5 la povera vedovella, mentr'ella non avea su ciò altra prova, che la sola testimonianza, la quale le potea far la moglie del perfido, se volesse? Tuttavia se n'andò la meschina a piangere amaramente davanti al giudice, che per pietà, chiamato in corte6 l'uomo malvagio con la sua moglie, die' all'uno ed all'altra il solito giuramento; e l'uno e l'altra giurò sopra la vita propria e de' suoi figliuoli, che nulla sapevano del danaro richiesto. Ma oh come ha il braccio pesante la divina giustizia contro a chi meno ne teme! Avevano questi due spergiuri tre figliuoli; uno di due mesi, uno di cinque anni, ed uno di venticinque; ed ecco, che, tornata a casa la madre, trova morto il suo bambino più piccolo, e seppellito sotto la culla, rovesciata a lui sopra in maniera strana; e conoscendo in ciò il gasti-go di Dio, che già già arrivava, in vece di chieder tosto perdono, disperata ella uccide con un coltello l'altro suo parto". Né qui termina la tragedia. Imperocché sopraggiungendo il marito, parte per lo spettacolo di due figliuoli ammazzati, parte per l'agitazione della coscienza tumultuante, montato in rabbia, con una spada passa il petto alla moglie micidiale*, ed empiendo di grida il vicinato, come la casa era già piena di sangue, scuopre da sé medesimo il suo misfatto. Che più? Con la moltitudine accorre al remore ancora la corte", e preso quell'empio, col ferro tuttor grondante di vivo sangue, lo condanna a morire. Voi crederete, che tanto basti a punire un giuramento falso; ma v'ingannate: non basta, no. Udite cosa più orrida, e se potete, lasciate a ciò ch'io dirò, di raccapricciarvi. Mancava in quei paese il boja per eseguire la sentenza di morte, pronunziata centra questo omicida così sacrilego; quando, cercandosi invano chi si offerisse ad effettuarla, ecco il figliuol primogenito di lui stesso, giovane, come ho detto, di venticinque anni, che si fé' innanzi; e per vendicare la morte di sua madre a lui cara in sommo, vinse col furor la vergogna; montò le scale, ed eseguì la sentenza, strozzando sulla forca il padre spergiuro, e dipoi squartandolo, con divenire ingiusto nell'atto stesso di esercitare una giustizia non sua. Eppure né anche paga la divina vendetta con tuttociò, rimise il ferro nel fodero; perocché questo figliuolo medesimo, dopo qualche dì, posata la rabbia conceputa già centra il padre, cominciò a ripensare meglio tra sé sì la infamia, sì la impietà, d'essersi lui fatto carnefice sulla piazza sin'a chi lo avea generato; onde non potendo aver pace, si uccise al fin furibondo con quella mano, ch'egli avea stesa a tanto; e così fé' vedere, dopo quattro morti, adempita in quell'ultim'atto la gran protesta10 che fece Dio, dove disse, che sarebbe dal ciclo discesa a volo la sua maledizione su quell'iniquo, che non avesse temuto giurare il falso, né si sarebbe mai da lui dipartita, sinché non avesse finito di esterminarlo da' fondamenti".



* II Cristiano instruito nella sua legge, Prima parte, Ragionamento decimo (ed. cit. nella nota ai testi, pp. 81-91). Il Ragionamento "Sopra il giuramento" sostiene la necessità di giurare con giustizia, con giudizio, con verità e dimostra gli effetti negativi degli abusi o delle trasgressioni del giuramento. Chi giura chiama a testimone Dio, il quale è implacabile nel punire chi gli procura -disonore sommo-. L'esempio è inserito in questa dimostrazione (cfr. par. XV, p. 87).
1 II Segneri nell'edizione originale, indica la fonte eli questa novella in Valerio Veneto, frate cappuccino morto nel 1618, al secolo Giuseppe Ballardini, autore di un Prato fiorito di vari esempj (di cui sono note due edizioni: Como lóló e Venezia 1042). L'esempio qui utilizzato è il 2°, lib. I, cap. 7.
2 Dabbene-, semplice e buona.
3 Accasare, far sposare con dote.
4 Scrittura autentica: ricevuta autenticata dalla firma.
5 Convenirlo: farlo convocare dal giudice.
6 La corte, tribunale.
7 Parto: figlio.
8 Micidiale, omicida.
9 La corte, le guardie dì polizia criminale.
10 Protesta: promessa.
11 Da' fondamenti: È la ripresa di un passo del profeta Zaccaria: "Io scatenerò la maledizione, dice il Signore degli eserciti, in modo che essa penetri nella casa del ladro e dello spergiuro riguardo al mio nome; rimarrà in quella casa e la consumerà insieme con le sue travi e le sue pietre- (Zc., 5, 4).





PROPRIETA' DELLA BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI NETTUNO
Autorizzazione alla pubblicazione concessa dalla
BANCA DI CREDITO COOPERATIVO DI NETTUNO

OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO"

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro
senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.