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NETTUNO

di DON VINCENZO CERRI

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ISTITUZIONI BENEFICHE
PROMOSSE DAL CAPITOLO DI SAN GIOVANNI
A FAVORE DELLA POPOLAZIONE DI NETTUNO

 

1 - IL "MONTE FRUMENTARIO"

Nel 1656 la Sardegna fu colpita dal flagello della peste, che si diffuse con rapidità impressionante anche nel regno di Napoli. Il Papa Alessandro VII {Chigi, 1655-1657) tentò dì salvare dal contagio lo Stato Pontificio nominando d'urgenza una commissione sanitaria con l'incarico di sorvegliare tutto il litorale ed impedire qualsiasi contatto con le zone infette. Ciò nonostante, un individuo proveniente da Napoli sbarcò nascostamente a Tor San Lorenzo e si recò a Nettuno con evidenti sintomi della grave malattia. Come un'improvvisa bufera la peste dilagò nel centro abitato e nella campagna, diffondendosi poi velocemente in tutto lo Stato Pontificio.
L'epidemia si estinse verso i primi dì agosto dello stesso anno, ma solo nel mese di dicembre fu permesso alle ottocento persone rimaste a Nettuno di ristabilire il commercio con Roma.
Il Muratori riferisce che soltanto a Roma perirono 22.000 persone e circa 70.000 in tutto lo Stato Pontificio. A Napoli i morti furono 85.000.
Per lenire le conseguenze economiche di tanto flagello, il 25 luglio 1668 fu costituito un "MONTE FRUMENTARIO" con le graziose offerte in grano dei più facoltosi cittadini. Ne erano amministratori i "Priori" della comunità, i quali distribuivano il grano ai richiedenti per mezzo di due incaricati eletti dal pubblico Consiglio detti "Abbondanzieri". Il grano imprestato si dava a "quartarella rasa" e si restituiva a "quartarella colma". Questo "crescimonio" era a vantaggio e mantenimento del medesimo "Monte".
La benefica istituzione fu soppressa dopo circa 130 anni. Lo storico G. Matteucci (3) asserisce che "era odiata a morte dagli usurai, dagli Ebrei e dai monopolisti".
Il Lombardi (4) scrive che "mancato questo benefico istituto di caritatevoli soccorsi in grano, soffrì non poco la classe indigente di questa popolazione, non trovandosi fornita dei mezzi per poter seminare del grano nel tempo dovuto, e queste ripetute deficienze critiche aumentavano annualmente i bisogni, e le ripetute lagnanze dei miserabili, che deploravano la loro infelicissima condizione e la perduta carità come una volta".
Questo "Monte Frumentario", continua il Lombardi, "tornò desideratissimo, e con pubblica esultanza a rivivere dopo circa 56 anni" per il coraggioso interessamento dell'Arciprete Parroco del tempo, Giovanni Matteucci, membro della Commissione Agraria di Roma, incoraggiato a ciò dai Rev.di Canonici e dai più autorevoli cittadini.

 

2 - LA CASSA RURALE S. ISIDORO AGRICOLA

Dal settimanale "LA COOPERAZIONE ITALIANA" Monitore della Lega Nazionale delle Cooperative Italiane, del 2 dicembre 1899:

"La questione sociale è sempre all'ordine del giorno, e vi rimarrà finché potrà avere un'equa soluzione, non solo in teoria, ma anche in pratica, e questa soluzione non sarà certo opera né di coloro che vogliono d'un tratto tutto riformare senza tener conto della natura e delle abitudini inveterate dell'uomo; né dì coloro che credono dannosa e si oppongono a qualsiasi riforma.
Fra coloro che si sono messi con caldo animo alla risoluzione dell'arduo compito vi sono molti cattolici... Ha incominciato il Sommo Pontefice Leone XIII colla sua elevata enciclica: Rerum Novarum, e lo seguirono numerosi i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti. Senza parlare dell'estero, abbiamo veduto in Italia i Vescovi Scalabrini di Piacenza, Bonomelli di Cremona, ed altri molti studiare con spirito di vera carità cristiana la grave questione, e proporre degli utili rimedi. Abbiamo veduto molti sacerdoti mettersi con calore nel campo cooperativo, e mieterne larghi allori, istituendo in gran numero Casse Rurali, Banche, Società di Assicurazioni, di consumo ecc., tutte opere che mirano a sollevare le condizioni economiche del popolo minuto, e in relazione anche alle condizioni morali ed intellettuali".

In questo clima fu costituita anche in Nettuno, per interessamento dell'Arciprete Parroco Mons. Temistocle Signori, con l'approvazione e la collaborazione del Capitolo di San Giovanni, una Società Cooperativa in nome collettivo, sotto la denominazione: CASSA RURALE DI NETTUNO DI DEPOSITI E PRESTITI "S. ISIDORO AGRICOLA", allo scopo di migliorare le condizioni morali ed economiche dei soci, mediante operazioni di credito, escluso qualunque fine politico.

La "Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia" ne dava l'annuncio in questi termini:
"Si rende di pubblica ragione che con atto in data 23 agosto 1899, a rogito dott. Luigi De Luca notaio residente in Nettuno, registrato in Albano Laziale il 28 detto mese ed anno, veniva costituita nel comune di Nettuno una Società Cooperativa in nome collettivo sotto la denominazione Cassa Rurale di Nettuno di depositi e prestiti, S. Isidoro Agricola. La Società ha per iscopo di migliorare la condizione morale e materiale dei soci, fornendo loro il denaro a ciò necessario nei modi determinati dallo Statuto.
La Società avrà la durata di anni novantanove dalla data della pubblicazione dell'atto costitutivo e Statuto nel Bollettino della Società per azioni con facoltà di prorogarsi.
Venivano nominati membri del Consiglio di Presidenza: Don Temistocle
Signori a Presidente, Don Benedetto Brovelli Soffredini a Vice Presidente,
e Lorenzo Ottolini, Antonio Del Monte e Don Giuseppe Genesi a consiglieri,
i quali dichiaravano di accettare.
Le pubblicazioni, oltre i periodici e giornali voluti dalla legge, si faranno sul periodico "La Vera Roma".
Nello scopo della Società è escluso qualunque fine politico.
Presentato addì 19 settembre 1899 ed iscritto al N. 656 del Registro d'ordine, al n. 417 del Registro trascrizioni, al n. 60199 Registro Società. Volume 2, Elenco n. 417.
Roma, li 9 settembre 1899.
II vice Cancelliere del Tribunale
D. Patrizi."

Questa provvidenziale istituzione nettunese, una delle poche del genere sopravvissute, è stata recentemente ampliata sotto la denominazione: CASSA RURALE E ARTIGIANA DI NETTUNO.


 


(3) T. Signori: Memorie storiche sul Santuario, pag. 67, 1881.

(4) F. Lombardi, op. cit. pag. 420.

 

 

 

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