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UN SECOLO DI STORIA
OSPITALIERA A NETTUNO
(1864 - 1969)

a cura di
VINCENZO MONTI

LE EDIZIONI DEL GONFALONE 2003

 

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01 - BREVE STORIA SANITARIA
DEL TERRITORIO DI NETTUNO
NEI SECOLI XVI - XX

di Clemente Marigliani


Il più antico ospedale a sud del Tevere era quello di Nettuno, molto probabilmente fondato alla fine del Cinquecento. Più tardi nel Seicento sappiamo che gli altri ospedali esistenti oltre quello di Nettuno erano quelli di Lanuvio, Albano, Marino, e Nemi. L'ospedale di Nettuno si trovava fuori dal paese comunque in luogo facilmente accessibile a coloro che lavoravano nelle campagne.
Scrive Giorgio Rossi "Nel 1660 l'ospedale di Nettuno, (era) quello, malgrado tutto, meglio funzionante, era in uno stato deplorevole destìtutum fere omnibus necessariis, a causa di appropriazioni indebite, conti che non tornano, crediti mai riscossi. Il "ministro" dell'ospedale è una donna quae parum vel nihil pietatis habet erga pauperes et valde neglegens est in infìrmorum cura". A parziale scusante delle condizioni di disordine cui versava l'ospedale di Nettuno bisogna ricordare che la città nel 1656 era stata duramente colpita dalla peste. Addirittura il 14 giugno 1656 si proibì con apposito bando lo sbarco "in Nettuno e sua spiaggia". Questo il testo
: "Se bene col bando pubblicato sotto li 22 maggio prossimo passato sopra la guardia delle marine fu destinato Nettuno per uno delli quattro luoghi, ne' quali si permetteva lo sbarco nella spiaggia romana, non di meno hora la Congregazione della Sanità, per ordine di sua beatitudine, proibisce espressamente il detto sbarco, o commercio di qualsivoglia vascello, persone o robbe che verranno per mare, tanto a Nettuno, quanto a Stura e Capo d'Anzio, e in ogni altra parte della detta spiaggia del territorio di Nettuno nel medesimo modo e sotto le medesime pene e dispositioni con le quali ciò si è proibito nel detto bando per gli altri luoghi non eccettuati: permettendosi solamente detto sbarco e commercio alli pescatori conosciuti e soliti stare nella spiaggia stessa secondo la disposizione del bando medesimo. Li vascelli che da tempesta o dal timore de' corsari fussero costretti ad accostarsi a Capo d'Anzio o Stura, o ad altra parte della detta spiaggia, sebbene si proibisce loro lo sbarco, o commercio, si potranno provvedere di vettovaglie e d'altro con le debite cautele e distanze, senza prender da essi altro che le robbe date loro, il prezzo in denari, le quali si pongano in aceto"

II morbo, secondo il Tomassetti, fece scendere la popolazione di Nettuno da tremila ad ottocentosettanta abitanti. Ma Francesco Pigliucci nella sua relazione del 25 febbraio 1857, "per definire ogni controversia tra gli abitanti di Anzio e Nettuno seguita alla separazione", così scriveva a proposito della peste del 1656: "Nettuno, la quale prima della peste ascendeva a circa millesettecento teste, rimase dopo quel flagello a meno della metà". Credo che questa seconda stima sia la più attendibile.I provvedimenti presi per la peste del 1656 si trovano in un manoscritto conservato presso la Biblioteca Corsini riportato da Giuseppe Brovelli Soffredini nel suo libro Neptunia:
"E V.S. inviato al Governo di Nettuno in tempo di tanto travaglio per quella afflitta terra, che può dirsi affatto persa e desolata d'abitatori, mentre essi si sono ridotti a soli seicento mal vivi, e si confida molto della sua prudenza, applicazione et carità, che Ella sia per essere il loro sollievo." dirigendo bene l'espurgazione della medesima in conformità dell'istruzioni che se la consegnano. Doverà V.S. giunta colà eleggersi una casa delle vote di abitatori per sua abitazione quando non giudichi accertato abitare nel Palazzo della Camera (Palazzo Baronale) e nell'uno e nell'altro caso prima d'abitarvi dovrà farvi espurgare quella con fuochi et profumi in conformità dell'istruzione che se li da per l'espurgazione delle case e non si vaierà per uso suo di materassi ne alcuna sorte d'imbiancheria del paese. Ma d'altra portata da Roma e questa diligenza ella dovrà premettere per la preservazione della sua persona necessaria per la perfezione dell'opera per la quale è mandato.
Questo eseguito et assicurato la sua persona con debite cautele ed espurgata la Chiesa matrice giusta l'istruzione che se le ne da, Ella dovrà rifletter subito senza perdimento di tempo all'elezione di quella parte della Terra della quale Ella giudicherà opportuno di dar principio all'espurgazione, considerando che sarà sempre migliore l'elezione di averla principiata da quella da dove sogliono spirare più frequentemente li venti nella presente stagione ad effetto che l'aria che spirerà non abbia ad infettare le case espurgate, passando prima per quel tratto d'abitazioni infette et sarebbe grandemente da considerarsi che nella parte dove si prencipierà l'espurgazione si trovasse il Forno e Spezieria, poiché da quelle si dovrebbe dar principio per mantenere al possibile quell'operai sani, et lontani da ogni infezione.
Fatta l'elezione, nella quale dovrà anche sentire col parere dei più prattici del luogo anche li sentimenti dell'Alfiere Giovanni Antonio Antici che si manda seco Commissario sopra l'espurgazione. Saranno le parti di V.S. pubblicare il bando di ordine della sacra Congregazione della Sanità che se gli da concernente questa espurgazione et invigilare assieme all'esecuzione di esso con ogni rigore e nel medesimo tempo coadiuvare all'Amici, che darà principio con uomini all'espurgazione osservando l'istruzione che se gli sarà data sopra di ciò nell'adempimento della quale ella insisterà, procurando però con ogni buona maniera per altro camminare con esso d'accordo.
E perché costi della pubblicazione del bando potendo essere che non vi sia mandatario o pubblico Balivo ne farà fare della pubblicazione rogito dal suo Cancelliere con testimoni e ne conserverà l'atto pubblico da lei fatto fare.
Nel medesimo tempo procurerà di sentire spesso nuove di ciò che operino gli altri operai destinati al di fuori a coprire li cadaveri sepolti nell'orto dei P.P. Francescani e solleciterà anche quel lavoro ad effetto che venga terminato quanto prima.
Ma perché sarebbe di niuno giovamento l'espurgazione dell'abitazioni di quelli meschini, quando nel medesimo tempo non si procurasse la salute loro corporale et spirituale per quelli che Dio chiamasse a se, perciò si desidera che per quanto le permetterà l'angustia del luogo, ella prontamente sovvenga loro con ridurre tutti gli ammalati che mi si suppongono Cento in luogo capace, distintamente gli uomini dalle donne et putti, ma se non fosse possibile questa distinzione porrà assieme li putti con le donne, e starà attento che loro sia provvisto a tutti di ogni necessario così di vitto, come di medicamenti e si vaierà perciò dell'opera di quei religiosi che si trovano costì portati dal Spirito del Signore Iddio per con-segrare la vita loro in sollievo del prossimo, che però dell'opera loro e del loro Consiglio si potrà valere, massime di quello del P. Pascili che m'è parso che con lo spirito convinga in lui Iddio Benedetto, una certa attitudine al governo, che può essere molto profittevole alla nostra intenzione.
Quando non li possa unire in luoghi separati, come dicevo, procurerà che sieno serviti nelle loro case al meglio, che si potrà sino che gli presenti opportunità di farlo.
Invigilerà però sempre con ogni attenzione, che così in caso che Ella abbia eletto di separare gli infetti da sani, facendoli curare in particolari lazzaretti come anche quando per non averne ella comodità o per altro rispetto, si facessero curare in casa, che non sia permesso, con quelli tali e con loro che ad essi servono attualmente, alcun commercio, facendo a questo fine chiudere i lazzaretti con cancelli ponendoci alcuni custodi e le case con il solito bollettino della Sanità precettando gli abitatori a non pratticare sotto pena della vita e questo altre l'aver provvisto prima con bando particolare fatto la medesima pena, così a rinchiusi come a quelli di fuori di non trattare, communicare et non ricevere cosa alcuna da quelli che si troveranno rinchiusi così nella case, come nei Lazzaretti.
Non la dico cosa alcuna de soccorsi spirituali di Sacramenti che si devono dare a questi meschini poiché la carità di quei religiosi mi pare, che la possa sollevare da questo pensiero non lascio però di ricordarglielo perché possa almeno avvisarmi quando fosse bisogno di mandare altri per l'indisposizione di quelli che ci sono.
Ma perché grandissimo è stato il danno elle si è ricevuto della poca cura della sepoltura data ai cadaveri perciò procurerà ella che questa sia di fuori della Terra con fosse profonde e con supporre a cadaveri calce viva et poi coprire li medesimi di terra talmente che resti loro sopra alzata la terra per palmi otto almeno. S'avvertirà poi di non farli più seppellire nell'orto dei Frati Francescani così per non ritardare il lavoro di quelli che in quello travagliano alla coperta delle fosse antiche, come per non dare occasione a maggiori fetori con la massa di terra vicina a fossi già ripieni et quando non abbia altro modo di seppellirli, fare abbrugiare li cadaveri con facilitarsi l'abbruggiamento con la pece che si è mandata a questo effetto.
Non con minor cura dovrà V.S. parimente attendere a che la Terra sia provvista sufficientemente di viveri, che per ciò ella invigilerà che da fornari sia fatto pane in abbondanza et di buona qualità, che da macellari sia provvisto de buoni carni e dal pizzicarolo di altra roba concernente la sua arte, et procurerà che tutti questi esercitino il loro officio con ogni giustizia et carità e a morti sostituirà altri di abilità a questa faccenda procurerà sempre di prevenire con avvisare a Mons. Tesoriere Commissario tutto ciò che li bisogni avvertendo nel ricevere le carni et altre provigioni da Ministri di Monsignore o da altro, che si faccino dalli macellari, pizzicaroli et altri duplicate le ricevute per cautela di ehi manda la roba, una delle quali farà dare a portatori et l'altra trasmetterà a Mons. Commissario e a me a Roma che la farò pervenire a chi spetterà. L' istesso li dico intorno alla spezieria, sentendosi che per il passato sia stato in ciò grandissimo disordine.
Con questa occasione devo avvertirla che, dalla Camera si è fatta certa distribuzione di pane, medicamenti et carni per li poveri del luogo più bisognosi con la sottoscrizione del Governatore ed altro religioso dalla ricevuta, quanto a medicamenti et quanto al pane et altro delli Priori e Governatori l'istesso continuando el bisogno si dovrà fare di presente ma con somma applicazione acciò che la Camera no resti defraudata et li benestanti soddisfacciano di quello riceveranno alla giornata et li artisti possino soddisfare a datori della roba il prezzo di quello che non si sarà distribuito et per il resto distribuito con le debite giustificazioni portarne debi-trice la Camera che le doverà loro far buono e perciò farà bene che V.S. abbia pensiero di operare che questi tali vadino consegnando al ministro che si deputerà dal Vice assistente Tesoriere della Provincia di mano in mano che seguirà la consegna d'altra roba il prezzo della vendita.
Et perché la malizia degli uomini non resta sempre sradicata da cuori umani, ancorché abbattuta da sensibilissimi castighi dell'ira Divina, conviene perciò anche tra questi flagelli pensare con sollecita cura di evitare gli effetti delle sue inclinazioni. Perciò V.S. dovrà con ogni più attenta applicazione operare, che resti nel suo arrivo, chiuso l'archivio pubblico della Comunità et quello resti ben custodito, con renderlo sicuro da ogni sottrazione di scritture o di riposizione di altre false per poi a suo tempo farne la purga dovuta.
L'istessa cura dovrà V.S. avere dell'espurgazione delle robe nella case de particolari procurando che da espurgatori si ponghi-nò da parte tutte le scritture ricevute libretti istrumenti che si troveranno in ciascuna casa separatamente, con involgere in un'altra carta le medesime et sopra scriverci l'annotazione di chi elle sieno o in casa di chi elle siano state trovate et poi si riponeranno in casse a questo effetto destinate da serrarsi in particolare stanza custodita con due chiavi una delle quali sarà presso V.S. e l'altra del Commissario dello spurgo per doverle purgare con più aggio et purgate consegnare a chi sarà di ragione.
Et perché si desidera che il tutto si eseguisca con ogni puntualità et senza alcun ombra d'interesse s'impone a V.S. strettamente et al suo Cancelliere di non rieever dagli abitanti o altri ministri cosa alcuna così per pagamento di sportule, decreti absolutorie inventari come di qualsivoglia altro titolo tanto in cause civili che criminali, ma debba il tutto fare gratis et senza alcun premio et di questo sappia che se ne domanderà stretto conto essendo punto di grandissima premura per la buona dirczione di quanto si averà da operare.
Questo è quello che in fretta mi è occorso di raccordare a V.S. in questa sua missione. Alla giornata si anderà suggerendo quello più occorrerà mentre a molte eose credo che sarà per provedere V.S. con la sua applicazione et prudenza. In tutto prego V.S. dal Signore Iddio la conservazione della sua salute e quello spirito di carità verso Dio et il prossimo che si richiede in si santa opera alla quale godo di vederla accingere con tanto coraggio et confidenza nella bontà divina, che non posso solo presagirgliene prospero evento del quale ne riporterà la dovuta ricompensa della somma clemenza di N.S. il quale amando et compatendo il travaglio di questo popolo riguarderà sempre con gratitudine l'operato da Lei come si opera con prudenza et applicazione"

Più tardi per provvedere allo spopolamento causato dalla peste il tesoriere dell'epoca mons. Giacomo Franzoni divulgò il 13 settembre 1658 un editto:
"tutti quelli forestieri che anderanno ad habitare con le loro famiglie nella terra di Nettuno o suo Territorio per attendere alla coltura delli terreni della Camera haveranno, e godranno salvacondotto, e sicurezza quanto alli debiti Civili di qualsivoglia sorte contratti prima di venir ad abitare, come sopra, eccettuati solamente li Camerali, cioè saranno sicuri indistintamente quanto alle persone loro, animali et instromenti destinati alla coltura delli terreni, e quanto all'altri beni esistenti nel medesimo Territorio, gli durerà il salvo condotto e sicurezza di non essere molestati per cinque anni solamente. Intorno poi alle cause criminali si concede alii condannati in contumacia nella pena della galera per cinque anni et in tutte l'altre condanne inferiori, salvacondotto per dieci anni".

La preoccupazione dello spopolamento di Nettuno da parte dello Stato della Chiesa era motivato anche dal fatto che il taglio degli alberi della foresta di Nettuno progredisse indisturbato distruggendo quell'attività che per lo Stato della Chiesa era invece una risorsa molto importante a questo proposito il pontefice Alessandro VII (1655-1667) "considerando, che un così soverchio impoverimento delle selve, specialmente di quelle di Nettuno, Terracina e Conca, prodotto da tagli eccessivi e disordinati, se avesse continuato, avrebbe portato la conseguenza che non si sarebbero potute più approvvigionare le fortezze o le rocche dello Stato del necessario, e particolarmente del legname atto a far le ruote, le casse, le tavole di qualsiasi dimensione e gli altri congegni necessari gli affusti dei cannoni, fece bandire dal Card. Camerlengo Antonio Barberini un editto, il 29 gennaio dell'anno 1659, inibendo a tutti il taglio degli olmi, o di altri alberi d'alto fusto, di qualsiasi genere, atti a fornire legnami da costruzione per i vascelli, e per i legni da guerra, o mercantili. Ciò specialmente comandò per le selve di Nettuno Terracina e Conca, e più ancora per gli alberi secolari che in quei luoghi esistevano.
Fu comminata l'ammenda di scudi cinquanta per ciascun albero tagliato, della quale una metà sarebbe stata a beneficio della Camera Apostolica e l'altra metà, da dividersi fra l'esecutore e l'accusatore.
L'editto doveva esse affisso non solo a Campo di Fiore, e nei luoghi soliti, ma anche alle colonne della Basilica di San Pietro" (Cesare De Cupis)

Frattanto si faceva viva l'attenzione a tenere pulita Nettuno per la preoccupazione che si riaccendessero focolai d'infezione, la diligenza divenne massima in occasione della venuta a Nettuno di papa Innocenzo XII (1691-1700) tanto che per le vie del Borgo proprio alla vigilia dell'arrivo del papa, furono affissi i manifesti relativi ad un bando datato 15 aprile 1697: "Essendo stata spurgata la fossa, che circonda le mura di Nettuno, e scavato il terreno della medesima per dare lo scolo necessario, e ripuliti parimenti i terrapieni interiori, da che ne risulterà ancora Paria salubre, e premendo, che si conservino in questo stato sì la detta fossa, come li terrapieni suddetti, e stiano purgati da ogni sorte d'immondezza; Quindi è, che monsignor Illustrissimo, e Reverendissimo d'Aste Commissario Generale dell'Armi col presente pubblico Editto ordina, e comanda, che in avvenire nessuna persona di qualsiasi sesso, ed età ardisca dì gettare, o vero in qualsivoglia modo portare, e far portare in detta fossa, o terrapieni immondezze, animali morti, venaccie, paglia, stabbij, e qualsivoglia altra cosa, che possa riempire o toglier la polizia alla suddetta fossa, e recinti, sotto pena di scudi dieci per la prima volta, da applicarsi alla Reverenda Camera, o pure da impiegarsi per servitio dell'istessa fossa, e recinto, secondo meglio parerà a Sua Signorìa Illustrissima, e contravenendosi da alcuno per la seconda volta incorra non solo alla duplicazione della pena suddetta pecuniaria da applicarsi come sopra, ma ancora in altre pene anche corporali ad arbitrio dì Sua Signoria Illustrissima. Dichiarando, che per la contravensione di quanto si è espresso di sopra si procederà per inquìsitione contro li trasgressori: Volendo, che il presente Editto affisso che sarà ne' luoghi soliti di detta terra di Nettuno obblighi immediatamente, e astringa ciascuno come se li russe stato personalmente intimato. Dato in Roma questo dì 15 aprile 1697".9 Dalle relazioni dei missionari sappiamo che Nettuno intorno al 1690 è abitato da circa ottocento abitanti di cui la metà sono forestieri, tra le attività praticate vengono segnalate quelle di: pastori, tagliatori di legna, bufalari, cacciatori e pescatori.


Altre notizie sulla situazione sanitaria di Nettuno le riceviamo dal domenicano padre Labat che visitò Nettuno il 27 giungo 1711 "Le strade di questa cittadina sono pulite, il lastricato è mantenuto bene, le case poco elevate, ed in un assai buono stato. Ci manca la popolazione. Questo difetto è ordinario in quasi tutto lo Stato Ecclesiastico, eccetto qualche grande Città, tutto il resto sembra deserto. E difficile dirne la ragione; poiché il paese è buono; non è affatto caricato di imposte, le donne vi sono feconde, i viveri eccellenti ed a buon mercato. Né la guerra, né i viaggi di lungo corso ne consumano gli uomini. I soldati vi muoiono di vecchiaia. Si dice che ci siano troppi preti e monaci. Questa ragione non mi sembra sufficiente per rispondere a questa obiezione.

C'è una collegiata a Nettuno le cui Prebende sono assai ragionevoli per il paese. Ad uno dei figli del Signore Croissier Librario Francesco stabilito a Roma era stato assegnato un beneficio dal suo Padrino Alessandro VIII. Ci fece vedere la loro Chiesa che trovai molto pulita. Sono quattordici o quindici canonici, che fanno loro stessi il servizio, e ciò è molto edificante. E certo che con questi calori le esalazioni putride che si alzano dalle paludi infettano l'aria, e causano grandi malattie, e soprattutto delle febbri ardenti con congestioni cerebrali, dissenterie ostinate che degenerano spesso in idropisie quasi incurabili. Quindi vi si vedono comunemente visi terrei in quel paese, gli occhi gialli e pesti, ed i bambini vi si allevano difficilmente".

Le dissenterie ostinate cui accenna il Labat altro non erano che ricorrenti attacchi di colera che per tanto tempo è stato con la peste una delle malattie più temute del territorio.Peraltro nel territorio la peste durante il Settecento colpì duramente anche gli animali, a tal proposito il 16 agosto 1713 il Cardinale Fabrizio Paulucci emanava un editto in cui vietava a "Bovari, Butteri e Custodi che assistono alla cura e governo delle bestie infette [...] a muoversi, a partire dalle mandre, che governa, per trasferirsi alle sane, siccome quelli, che assistono alle mandre sane non dovranno in modo alcuno trasferirsi all'infette".

Le poche notizie di ordine sanitario tramandate nel Settecento sono: la nascita a Nettuno nel 1793 di Giuliano de Mattheis valente medico (fu console della Repubblica Romana del 1798) e padre del più celebre medico Giuseppe de Mattheis. Inoltre (a dimostrazione del permanere di un valido presidio sanitario) nel 1797 sappiamo che un cannone della Fortezza di Nettuno esplose, e in questo evento rimasero feriti Felice Ammiraglia alle braccia ed alla vista insieme a Vincenzo del Monte e Gio. Antonio Pirri; i feriti furono curati dal chirurgo Antonio Gratelli.

L'aria malsana delle vicine Paludi Pontine intanto era oggetto delle prime ingenue osservazioni, così scriveva in proposito Nicola Maria Nicolaj nel 1803: "Non vi ha alcun dubbio che per mezzo della saliva si trasmettono continuamente nello stomaco insieme coll' aria i miasmi che vi si annidano, che mescolati poi con i sughi gastrici." e col chilo, per i vasi lattei delle intestina passano nella circolazione ed infettano la massa degli umori".

Del resto per avere un'idea dei rimedi farmaceutici del tempo basta scorrere l'elenco dei medicinali in uso nella spezieria camerale del vicino Porto d'Anzo: "Estratto di china, cremore di tartaro, manna, magnesia, acqua di matricaria, sciroppo di papavero, sciroppo di altea, miele rosato, cassia in cannelli, gomma ammoniaca, orzo mondo, laudano, rabarbaro, acqua di cedro, gomma arabica, tartaro emetico, oppio, mercurio dolce".

Superato completamente il morbo della peste nella seconda metà dell'Ottocento prendeva piede un secondo flagello: il vaiolo. Da un rapporto del prefetto di Roma del 1882 veniamo a sapere che su 2769 casi di vaiolo si ebbero 622 morti. In via secondaria molto pericolose si rivelarono la difterite ed il morbillo.

Intanto anche la malaria continuava a mietere vittime, nelle tenute di Conca e Campomorto, "su una popolazione semistabile esclusa quella nomade per i lavori agricoli, quella per pastorizia e macchiarola, di 1600 persone circa si ebbero 1503 casi di malattia (156%) e specialmente di malaria 1367 casi di cui 1015 recidivi, 352 primitivi, 46 di cachettici con 11 morti. Questi ultimi furono trovati morti fulminati sul posto senza che vi fosse il tempo di trasportarli all'ospedale di Nettuno" (Arturo Bianchini).

Anche nella tenuta dell'Acciarella lungo il litorale di Nettuno "il principe D.Giuseppe Borghese, sull'esempio dei suoi fratelli Camillo a Pratica di Mare, e Felice a Fossanova in Palude Pontina, tentò fin dal 1895 una colonizzazione, importandovi sei famiglie di 52 persone. In breve tempo la malaria ne uccideva 13, e ne fiaccava le altre, alla peggio resisterono per 5 anni, finché il proprietario, scoraggiato, riaffittava le sue terre a un mercante di campagna, il signor Franceschetti, che si affrettò a sopprimere ogni malaugurata colonizzazione" (Angelo Celli).

Intanto si faceva strada una coscienza civile sempre più attenta alle problematiche connesse con l'igiene e la salute dei cittadini tanto da far scrivere a Norberto Perotti attento studioso di problemi sanitari di Nettuno che:"Questo egregio sindaco cav. Angelo Combi coll'attendere perché le strade e le piazze siano accuratamente spazzate, coll'aver iniziato piantagioni di alberi nelle medesime, col far sorvegliare perché i cortili dell'abitato, i fossi di campagna sieno sempre spurgati, col procurare perché l'igiene cittadina sia in ogni parte mantenuta si è reso veramente benemerito dei suoi concittadini".

Con la coscienza dell'igiene aumentò anche la capacità scientifica dei medici di diagnosticare e suggerire terapie adeguate. A Nettuno nacque uno dei centri più importanti in Italia per la lotta alla malaria.
"Nel 1920, per cortese concessione delle autorità militari, si poterono trasferire i corsi al poligono di artiglieria di Nettuno, con che ebbe inizio la Scuola di malariologia in zona prossima a luoghi prossimi di malaria grave, ricca di materiale di studio, sia per l'elemento uomo malarico, sia per l'agente trasmettitore della malaria, sia per le condizioni speciali del terreno, propizio alle dimostrazioni pratiche delle condizioni che favoriscono l'infezione malarica, sia infine, per la dimostrazione di quanto si può e deve fare per la redenzione delle terre malariche" (Romano Maggiora-Vergano).

Contemporaneamente nella vicina Anzio si apriva il centro antitubercolare presso l'Ospedale Militare. Tutte queste iniziative rimuovevano ogni pregiudizio verso il territorio di Nettuno che si giovava anche di molte pubblicazioni medico scientifiche che sostenevano la salubrità di Nettuno e di Anzio, divulgazioni che sottolineavano, oltre alla salubrità del territorio anche i benefici derivanti dai bagni di mare. Tra i tanti medici che ne scrissero, ricorderemo il Grilli, il Ponzi, il Galenti, il Baccelli ed il Perotti. Finalmente dotato di un sistema ospedaliero e sanitario sempre più adeguato, vinta la lotta contro la terribile malaria, Nettuno si avviava ad una rinascita che le consentiva di ospitare i più illustri personaggi italiani del primo Novecento.

Clemente Marigliani

 





OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizioni del Gonfalone 2003
AUTORIZZAZIONE PER LA PUBBLICAZIONE
CONCESSA DAL COMUNE DI NETTUNO
E DALL'AUTORE VINCENZO MONTI

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