100libripernettuno.it




NETTUNO
E LUIGI PIRANDELLO

LETTERE A MARTA ABBA
E LA NOVELLA "VA BENE"

a cura di
BENEDETTO LA PADULA

EDIZIONI DEL GONFALONE 2004

 

HOME - OPERE

Lettera 7 - Nettuno Giovedì 11. VII. 1928


 

Sig.na Marta Abba
Grand Hotel des Termes Salsomaggiore

Nettuno, Giovedì 11. VII. 1928

Mia cara Marta,
questa mattina a Roma, appena ricevuta la tua lettera, mi sono recato a casa di Marchesano, ma ho trovato la porta chiusa. Il portiere non ha saputo dirmi altro che l'onorevole è con tutta la famiglia a Santa Marinella. Ho pensato allora di scrivergli se può venire a Roma prima del giorno 15, dovendo parlargli di cosa che preme, o di sapermi dire, nel caso contrario, se conta di venire a Genova entro la seconda quindicina di questo mese. Avrò senza dubbio la risposta prima della mia partenza da Roma. Se mi risponderà che né può venire a Roma né conta di venire a Genova, otterrò da lui sicuramente una presentazione e una raccomandazione efficace per uno dei migliori avvocati di Genova, esponendogli di che cosa si tratta, o meglio, dicendogli che serve a Te. Stai tranquilla, che la signora Govi si guarderà bene dal fare scandali. Sarte come lei sono abituate ad aspettare per anni e anni, e quando saprà che ci sono di mezzo avvocati di vaglia, mattane, di quelle che Tu temi, stai sicura che non ne farà. Le hai già dato a buon conto ventimila lire; e non le hai ancora manifestato il proposito di non darle più altro. O Marchesana o un altro avvocato di Genova ti dirà come dovrai regolarti, e ci penseranno loro a farglielo capire con le buone o con le cattive, evitandoti noie e dispiaceri.

Mi parli nella tua lettera delle meraviglie d'un film che sei andata a vedere. Sì, cara Marta, si possono fare col cinematografo cose veramente meravigliose; ne sono convinto da un pezzo; e vedrai che riuscirò a farne, da sbalordire tutti, se mi ci metto. Ho in mente cose straordinarie. E non mi par l'ora di concludere per attuarle e per levare i piedi da questo nostro paese dove avvengono cose inaudite, che non ti posso riferire per lettera, ma che ti dirò a voce a Genova. Ne ho parlato a lungo con Interlandi. da cui appunto le ho sapute; e sempre più mi s'è ribadita l'idea di spatriare, convinto come sono ormai che per uno come me non è più possibile vivere in Italia. Ritornerò, se ritornerò, quando non avrò più bisogno di nessuno. Intanto sarà bene a Genova rimettere subito in ordine il tuo passaporto.

Com'hai fatto a conoscere costà Umberto Notari? Io lo conosco appena; avrò parlato con lui due o tre volte in tutto; credo che, dopo la morte del figlio, se ne stia ormai da parte. Ho potuto lavorare pochissimo al Lazzaro a causa delle sofferenze viscerali di cui t'ho fatto cenno, e che mi son seguitate fino ad oggi. Sono andato e venuto da Roma ora per una cosa ora per un'altra, e il tempo m'è passato più a leggere che a scrivere. Scrivere, ho scritto a Te, tutti i giorni. Ero tanto contento di veder firmate "Marta" le tue lettere precedenti: l'ultima, quella d'oggi, scritta dalla sala della polverizzazione, era invece firmata "Marta Abba" e fredda fredda.

Ma non prenderti quest'osservazione come un rimprovero. Se sapessi che bene m'hanno fatto le tue lettere e come le ho tutte benedette! E se sapessi quante e quante cose vorrei dirti, che non ti dico. Vorrei saper la musica per esprimere, senz'essere inteso da nessuno, neppure da Te, tutto questo tumulto di vita che mi gonfia l'anima e il cuore. Nessuno lo saprà mai, cara Marta, anche se il mio cuore ne dovesse scoppiare.

Basta. Quest'esilio finirà tra poco. Salutami la Mamma e Cele, e Tu abbiti tutte le più vive cordialità dal tuo

Luigi Pirandello





OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizioni del Gonfalone 2004
AUTORIZZAZIONE PER LA PUBBLICAZIONE
CONCESSA DAL COMUNE DI NETTUNO

Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta e trasmessa
in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti.