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Illustri Nettunesi
A. Ongaro, G. Brovelli Soffredini, F.Felici

a cura di
A. Sulpizi, P. Cappellari, V. Monti

 

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7) Giuseppe Brovelli Soffredini


Giuseppe Brovelli Soffredini nasce a Nettuno il 18 agosto 1867, figlio di Giovanni Brovelli e di Paola Censi, dal cui matrimonio nascono altri tre figli: Edvige, Francesco, Pietrantonio.
Giuseppe, il primogenito, ricopre la carica di agente consolare di Francia presso il porto di Anzio, carica che i Brovelli si trasmettono di generazione in generazione. Abita, dapprima in piazza del Gelso, odierna piazza Segneri-Soffredini dietro la chiesa di S. Giovanni, poi dal 1922, presso la nuova residenza in piazza S. Francesco, più consona alla sua attività di rappresentanza. Dedica tutta la sua attività di scrittore e di pittore quasi esclusivamente ai paesaggi, alle tradizioni e agli avvenimenti che coinvolgono Nettuno. Dipinge per primo l'effige di S. Maria Goretti, basandosi su testimonianze di persone che la conoscono e su alcune fotografie delle sorelle della Martire. Sono sue opere: l'autoritratto del 1911 (conservato nella Pinacoteca del Comune di Nettuno), la grande tela che raffigura la rappresentazione dell'Alceo, il ritratto di S. Maria Goretti (conservato nell'edificio della Divina Provvidenza) e gli affreschi eseguiti nella chiesa di S. Francesco, raffiguranti la battaglia di Lepanto. E' autore oltre che del Neptunia. di cui dipinge anche la copertina, stampato in Roma nel 1923, della breve monografia dal titolo "Antonio Ongaro, la sua cittadinanza ed il suo poema", stampata in Roma nel 1911, di 16 pagine e pubblicala in questo volume. E' stato fra l'altro assessore al Comune di Nettuno.
Giuseppe Brovelli Soffredini, pittore e scrittore, ha tentato in ogni modo di sollecitare l'interesse dei concittadini per la storia, i costumi, le tradizioni, gli insigni monumenti e il sentimento dei luoghi che testimoniano un passato che ci ha reso grandi. Ha cercato di fissare le immagini su tela, di lasciare almeno una memoria, o meglio un'ammonizione a non far cadere nell'oblio le grandi tradizioni del passato. Purtroppo con la sua morte e soprattutto con quella del fratello Pietrantonio Brovelli Soffredini si dissolve l'intero patrimonio culturale di libri, documenti e quadri nell'indifferenza quasi generale.(19)
Non solo le sue qualità espressive, ma anche le capacità tecniche ci fanno intuire che Giuseppe Brovelli Soffredini non fu solo un pittore autodidatta. Alcuni tasselli della sua vita artistica, rivelati dalle continue ricerche che stiamo svolgendo sul personaggio, dicono che probabilmente egli perfezionò presso un pittore di chiara fama quella che all'inizio poteva essere solo una sua dote naturale. Una prima annotazione interessante la ricaviamo da un dato pubblicato da don Vincenzo Cerri (20), e cioè la partecipazione del pittore Andrea Monti di Genzano e di due suoi figli ai restauri della Chiesa Collegiata di Nettuno eseguiti nel 1867. Abbiamo ritrovato nei documenti della famiglia Brovelli Soffredini alcuni suoi disegni. Su alcuni di questi, e in particolare sullo studio di bambino (21) e sullo studio di un piede a matita, che pubblichiamo di seguito, esiste l'annotazione "'corretto dal prof. Monti". E' ragionevole dedurne che Giuseppe abbia appreso il disegno e la pittura proprio da Monti.
Quale, se i pittori Monti in quell'epoca risultano essere almeno due, Andrea e Virginio?

Le poche notizie che si hanno del pittore Andrea Monti sono state date da Enzo Ercolani di Genzano, il quale ha anche fornito copia di alcune pagine del volume di Anna Baldazzi "L'Infiorata", che dedica un capitolo a "Arte in infiorata alla scuola di Monti, Bernardi, Cisterna. La grottesca, il liberty floreale e il decoratore professionista", in cui è scritto: "...Andrea Monti, valente pittore e cittadino di alta integrità -cosi lo definisce Giuseppe Stopiti nella sua <Galleria biografica d'Italia> (1886)- è una figura genzanese misteriosa: presente nella vita artistica e civile del paese tra gli anni '40 e '80 dell'800, non compare tuttavia negli archivi anagrafici storici del Comune. Appartenente ad una numerosa famiglia, quella dei Monti non risulta però originaria di Genzano... Nasce a Genzano il 1° dicembre del 1824, da Giovan Battista, fu Filippo nemese, e da Grazia Bernardi ed. è tenuto a battesimo dal Rev. Diacono Angelo Pucci. Muore prima del '900 (Previtali, 1900). .... Nel '67, Andrea, bravo pittore concittadino nostro per iniziativa di alcune pie donne e del Canonico don Vincenzo Cisterna, è pregato di voler riprendere a sue spese i lavori della nuova cappella del Divin Salvatore., sospesi nel '54. Nel '68, è tra i primi membri della Pia Unione del SS. Salvatore...; sotto la direzione di Andrea lavorano anche il figlio Virginia, il genero Eugenio Cisterna e Cesare Biseo. ... La, stessa riparazione dell'abside della SS. Trinità, rovinata per la caduta del campanile nel 1859, viene condotta da Andrea Monti con un chiaro-scuro a grottesca, e la cappella di S. Alfonso Maria de' Liguori, in realtà San Giuseppe, affrescata da Andrea Monti (1877). è pure decorata con grottesche di disegno floreale ed arabescato....".
Circa il figlio, leggiamo nella Galleria Biografica d'Italia citata che: "Virginio Monti nasce a Genzano da Andrea Pietro e Rosa Feliciangeli il 12 settembre 1852... Ricevè i primi rudimenti dal proprio genitore e successivamente in Roma ebbe a maestro l'illustre Prof. Cav. Pasqualoni, che faceva parte dei Virtuosi al Pantheon... Aveva appena compiuto il quarto lustro di età, che l'illustre Prof. Alessandro Mantovani lo chiamò a sé per eseguire lavori nelle Logge di Raffaello al Vaticano. E a quei lavori attese per oltre un decennio, e furono degnissimo inizio alla splendida carriera nell'arte...".
Troviamo ancora nella Strenna dei Romanisti che "...con l'incarico alle Logge di Raffaello (1877), che prosegue per circa dieci anni, si apre per Virginia Monti una brillante e lunga carriera che aspetta ancora di essere ricostruita. Sommariamente, seguendo la presentazione di Stopiti: nel 1878 esegue affreschi al Palazzo delle Poste e Telegrafi; nel 1883 è chiamato dalla Chiesa della Concezione presso i PP. Cappuccini in Piazza Barberini per commemorare S. Lorenzo da Brindisi: sempre, nel 1883 affresca l'immagine della Vergine nella Chiesa di Genazzano; a Genzano nella Cappella del SS. Salvatore dipinge i profeti Isaia e Daniele. Nella chiesa di Santo Stefano a Ferrara, esegue il quadro del presbitero; in San Lorenzo a Roma, nel quadriportico, grandi figure rappresentano la Cacciata dei Profanatori dal Tempio, mentre per la Chiesa del S. Cuore eretta su disegno dell'arch. Vespignani prepara i quadri dell'Annunciazione della Vergine e il Presepio. Sempre nella basilica di Ferrara, all'interno dell'altare della Madonna delle Grazie, Virginio Monti aggiunge nell'87 le immagini di San Pio V Papa e di Sant'Alfonso Maria de' Liguori... Monti è ormai il pittore istituzionale di soggetti religiosi, ma anche governativo, e il suo impegno al Ministero delle Finanze è notevole.... La riconosciuta fama in Italia gli procura anche i primi lavori all'estero. A Londra, nella parrocchia di Camberwell New Road, affresca la Cappella del Sacro Cuore. La lunga vita di Virginio Monti gli consente di operare ancora per molti anni del '900... ".
Sulla data della sua morte non c'è unanimità: da alcuni è indicata nel 1942, da per altri nel 1940.
Un artista, come si vede, molto attivo tra la fine del 1800 e i primi decenni del 1900, in Italia e all'Estero negli ambienti ecclesiastici come nei laici.
Il Brovelli ha quindici anni in meno del Monti. E probabile i suoi parenti, apprezzatene le qualità precoci, lo abbiano voluto affidare alla guida del famoso pittore.
D'altra parte, Giuseppe ha nella famiglia Brovelli amministratori pubblici e canonici, mentre per parte dei Soffredini. il vecchio Giuseppe era stato Capitano della Marina Pontificia e suo fratello Calcedonio noto avvocato e giudice, domiciliato a Roma.

a) L'autoritratto di G. Brovelli Soffredini (cm 45x70), Pinacoteca del Comune di Nettuno
b) Un quadro di donna in costume nettunese
c-d) Due immagini dell'abitazione del pittore in Piazza San Francesco a Nettuno

a) Un certificato rilasciato dall'Ufficio di Sanità il 17 agosto del 1853 a firma di Giuseppe Soffredini, Capitano della Marina Pontificia, di stanza a Porto d'Anzio, avo del Nostro. Muore all'età di 66 anni nel Natale del 1862. Rimane quindi solo il fratello Calcedonio, avvocato e giudice della città, ma domicilialo in Roma. Calcedonio scompare nel 1884 a 86 anni, lasciando i suoi beni ai Brovelli, nelle persone di don Benedetto e di Giovanni, padre del pittore Giuseppe e autorizzandoli ad aggiungere al loro patronimico anche il cognome di Soffredini.
b) Il quadro di Giuseppe Brovelli Soffredini con l'effigie di S. Maria Goretti.
c-d) Una cartolina scritta da Pietro Antonio Brovelli Soffredini, fratello del pittore Giuseppe e retro.

Cartina geografica tratta dalla guida K. Baedeker, Italy,1897
in cui è indicato il Casale Soffredini

Una foto al 2003 di piazza Segneri-Soffredini (già piazza del Gelso)

 

 



Una lettera inviata il 4 maggio 1912
all'illustrissimo Signore G. Brovelli Soffredini - Pittore

 




L'invito del Sindaco di Nettuno a G. Brovelli Soffredini,
con la preghiera di commemorare
i caduti nella prima guerra mondiale
durante la cerimonia del IV novembre del 1922

 



Studio di piede di G. Brovelli Soffredini,
con in alto l'annotazione "corretto dal prof. Monti"


Particolare

 

In appendice una lettera ricordo attribuita a Giuseppe Brovelli Soffredini e lasciata al fratello Pietrantonio con i suoi ultimi desideri.

15 febbraio 1935 Ricordi che lascio a mio fratello Pietrantonio

Si ricordi di tener presente, sempre, (come risulta da scritti e carte dei nostri antenati) quanto bene hanno fatto i nostri avi e genitori per il proprio paese e per l'umanità sofferente.
Tutti i miei scritti, conferenze ed altro fatto per la mia Nettuno, tutti indistintamente i miei lavori di pittura, che tanto amai, tutto lo Studio di pittura e tutto ciò che in esso si comprende, compreso il quadro raffigurante Antonio Ongaro, cittadino Nettunese che legge il poema Alceo la prima volta in Nettuno nel 1580 (20) avanti i Colonna, sono di esclusiva proprietà del fratello Pietrantonio, li conserverà per mia memoria e se crede potrà disporre come meglio crederà opportuno. Però desidererei che il quadro di Antonio Ongaro si donasse al Comune di Nettuno, però rimanendo nello Studio fino a quando vorrà Pietrantonio desiderando che lo Studio resti per memoria e desiderando ancora che dopo la mia morte, in esso, sia esposta la mia salma per 3 giorni: se si potrà.
Tutte le cariche di famiglia e degli antenati, come da indice che trovasi in Biblioteca, appartengono tutte alla nostra famiglia, comprese quelle che trattano di antiche vertenze comunali. Sono state da me tutte viste foglio per foglio. Pietrantonio ne farà quel che vorrà ma se dovessero andare in mani profane, le distrugga!

LA BIBLIOTECA; essa si divide in libri religiosi e opere religiose, ecclesiastiche, teologiche, in libri storici molto voluminosi, libri poetici come da indice, libri di scienze ed altro, se non vi sono figli od eredi, mio fratello Pietrantonio provveda perché essa biblioteca non resti inutilmente a nessuno, ma si dia se crederà opportuno, a qualche Istituto religioso d'istruzione, ovvero come egli crederà meglio.

CARTE RETROSPETTIVE DI COSE COMUNALI: nel credenziario lett. Kvi sono posizioni di carte riguardanti antiche gestioni comunali e cose di quel tempo fino all'epoca dell'Assessorato di Calcedonio Soffredini, esse carte e posizioni sono di esplicita proprietà della famiglia Brovelli Soffredini, le quali consistono in copie di deliberazioni pagate, appunti e ragionamenti dell'avv. Calcedonio Soffredini e suo fratello Giuseppe, allora appartenenti all'amministrazione Comunale. Di più stampati di cause avvenute, mura castellane, transazioni, ecc.
In esse si può considerare quanto di bene, per Nettuno abbiano fatto i nostri avi, se dovessero andare in mani profane o perdute si distruggano, ovvero faccia come crede mio fratello Pietrantonio, pensando sempre che sono lo specchio di quanto bene hanno fatto i Brovelli Soffredini.
Ricordo infine a Pietrantonio che nel distruggere le carte od altro osservi bene e se crede con l'aiuto di persona di sua fiducia, quelle che possono palesamente rimanere come prova del bene fatto generalmente dai Brovelli Soffredini per la loro Patria e cittadini.

Nettuno 15 febbraio 1935
f.to Giuseppe Brovelli Soffredini

AGGIUNTA
N.B. Nella biblioteca a destra dell'alcova, vi sono nell'armadio o scansia a colonna, in apposite buste di tela, quanto esistente di documenti, istrumenti, carte interessanti ed altro riguardante la possidenza Brovelli Soffredini e relative piante planimetriche della possidenza generale di Giuseppe. Pietrantonio, Edvige Brovelli Soffredini. Le suddette cose non fanno parie della biblioteca ma dell'archivio di casa.

15 febbraio
f.to Giuseppe Brovelli Soffredini



 

NOTE

19 - C. Marigliani -V. Monti, Un pittore di Nettuno - Giuseppe Brovelli Soffredini. Comune di Nettuno, Tip. Tofani, 2001

20 - V. Cerri, Nettuno, s.l. (Nettuno ?), s.d. (1980 ?), pag. 132, in fondo lOOLibri per Nettuno, inv. n. 049

21 - C. Marigliani - V. Monti, Un pittore di Nettuno, op. cit. pag. 55.

20 - Vedi quanto scritto alla nota n. 9 circa l'anno della rappresentazione.

 



OPERA APPARTENENTE AL FONDO BIBLIOGRAFICO
"100 LIBRI PER NETTUNO" Edizione del Gonfalone 2004
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