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Nettuno e i suoi
uomini illustri

ANGELO CASTELLANI

a cura di
Rita Jacobelli

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ANGELO CASTELLANI


 

Nacque a Nettuno il 4 marzo 1863. Avrebbe potuto essere un prodigio precocissimo se non avesse dovuto aspettare di potersi arruolare volontario nell'esercito per poter studiare veramente la musica. Ma in quanto a passione non dovette forse mai attendere perché, ancor prima di studiarla veramente, la musica la eseguiva, e già con evidente talento, col suo primo " clarinetto " nelle pause di lavoro di campagna. Il Nostro infatti proveniva da una famiglia contadina, come erano, del resto, quasi tutte le famiglie di Nettuno a quei tempi. II padre, Erasmo, dovette essere un uomo amante del concreto nelle sue attività, ma capace anche di pronta e schietta generosità, della quale lasciò per altro testimonianza in un episodio che, oltre tutto, è abbastanza patetico. Si racconta cioè che una volta, spinto dal suo amore per la caccia ad addentrarsi profondamente nella palude che un tempo occupava tutta la pianura pontina, ed imbattutosi in un bandito che ivi si era rifugiato, provvide per lungo tempo affinché questi non morisse di fame. Più riferimento col nostro Angelo invece qualche notizia che abbiamo di sua madre. Fu lei infatti ad accompagnare alla corriera il figlio diciottenne che partiva per arruolarsi nell'esercito, mostrandosi in ciò capace non solo di dominare ogni eccesso di istinto di protezione, cosa che le procurò tuttavia la disapprovazione della maggior parte delle mamme nettunesi, ma anche di incoraggiare e spronare il proprio figlio verso la carriera che egli aveva mostrato di desiderare.

 


Angelo Castellani
foto di G. Barattoni

 

 

 

GLI ANNI DELLA FORMAZIONE MUSICALE

L'esercito prometteva al nostro Giovane quanto l'ambiente culturale di Nettuno non gli aveva consentito, al punto che non saprei dire se la carriera militare di per sé lo interessasse veramente. La possibilità di studiare musica nell'esercito gliel’'aveva prospettata un certo Colasanti, che nell'esercito ricopriva il ruolo di " musicante effettivo ". Questi lo aveva ascoltato suonare e, avendo apprezzato la sua versatilità, lo aveva incitato a partire prospettandogli felici orizzonti. Ed infatti l'esercito non lo deluse. Il suo carattere ordinato, tranquillo, alieno da altre passioni che non fossero la musica, non lo mise in urto con la metodicità della vita militare. Tranne forse la nostalgia, a Vigevano dove iniziò la sua carriera si trovò bene, e il 52° Reggimento di Fanteria a cui fu destinato, divenne realmente per lui una nuova famiglia. Studiava con impegno ed intanto saggiava la propria creatività musicale. Fu prima una mazurka, poi un " Omaggio a Roma ", che gli valsero l'iscrizione nell'albo d'onore del Conservatorio di S. Cecilia in Roma. Inoltre per una " Marcia Campale ", a lui dedicata, il Principe Amedeo di Savoia volle premiarlo con un " remontoir " d'oro, recante le proprie iniziali e lo stemma reale. Quale onore per un giovane provinciale ottenere tale segno di stima e riconoscenza! Siamo negli anni 1880-90, ma ancora mancava al Nostro un riconoscimento ufficiale. Infatti soltanto nel '91 egli potè sfruttare l'occasione di concorrere per il posto di Capo-Musica del reggimento, II concorso che si teneva a Verona non si presentava di facile superamento sia perché si articolava in due prove, e sia perché i membri della commissione giudicatrice contavano i nomi più importanti nel campo musicale di quella città. Fra gli altri è da citare il maestro Bazzini, direttore del Conservatorio di Musica di Milano. La composizione del Castellani risultò vincitrice a pari merito con un'altra, e ciò gli fece ottenere il titolo di Maestro di musica.

IL BRILLANTE AVVIO DI UNA SPLENDIDA CARRIERA

Nel giro di dieci anni, dunque, il giovane contadino nettunese aveva raggiunto il meritato titolo di Maestro di Musica, sulla via di una rapidissima carriera che doveva rivelarsi davvero densa di successi. Essi iniziarono per altro ben presto, come ci testimoniano i giornali dell'epoca che si occuparono continuamente di lui e della sua Banda.

Da un quotidiano della provincia di Vicenza, in cui la sua Banda si era esibita, leggiamo:

" Decisamente la divisione di Verona è fortunata per quanto riguarda i concerti militari. Ier sera suonò la quarta delle musiche qui di stanza ed anche questa si mostrò degna di considerazione massima come le altre. L'esecuzione della musica teatrale e classica riesce benissimo e basterà a convincervene il dirvi che tanto nell'Ouverture Saul di Bazzini come nella Fantasia della Manon Lescaut e nella superba Fantasia sull'Otello di Verdi fu insuperabile; concertata con amore, istrumentata con scienza, diretta con slancio, questa musica strappò frenetici applausi allo scelto uditorio ".

Nettuno intanto non rimaneva insensibile ai successi di questo suo figlio. Il Sindaco, anzi, scriveva anche in forma privata al Maestro, per esprimergli tutto l'orgoglio e la gioia dei Nettunesi nel leggere sue notizie e suoi successi dai giornali delle città in cui la Banda del suo reggimento si esibiva. Ed è rimarchevole, io credo, constatare che mai per Castellani ebbe credito quel proverbio che vuole che nessuno sia profeta in casa propria.

Nettuno dunque gioiva dei successi del " suo " Maestro e a più riprese reclamò di averlo a capo della Banda cittadina.
Da un giornale locale:
" Un Nettunese che si fa onore."

Uno dei reggimenti che prende parte alle manovre nel Veneto è il 52°; Maestro di quel concerto, che giustamente è ritenuto per uno dei migliori, è il nostro concittadino Angelo Castellani. Ci piace riportare in succinto ciò che dicono i giornali di Schio di questo concerto:

Nella gazzetta di Venezia si leggeva che la Banda del 52° è una delle migliori dell'esercito e ier sera ne avemmo una splendida conferma. II programma distribuito nei pubblici ritrovi era dei più difficoltosi e tutti ne aspettavano trepidanti l'esito, temendo che il Maestro Castellani esigesse troppo dai suoi musicanti e specialmente nell'ultimo e difficilissimo pezzo: Suite de l'Arlesienne. Ma tutte queste apprensioni furono inutili perché una doppia salva di applausi accolse la fine di ogni pezzo, e fu tripla all'ultimo più difficoltoso... Fu molto ammirata la rigorosa compostezza e abilità artistica colla quale l'ottimo signor Castellani diresse.

Nel tornare a S. Vito la Banda venne accompagnata da fuochi del Bengala. Insomma un vero entusiasmo.

Non aggiungiamo nulla a questa corrispondenza ma constatiamo soltanto un fatto, che mentre un Nettunese si fa onore tanto lontano da noi, il concerto municipale è senza Maestro.

 


Incisione a bulino di G. Keil

 

A MANTOVA magistrale esecuzione della " RESURREZIONE " di Don Lorenzo Perosi

Ma Nettuno doveva ancora aspettare. Per allora l'onore toccò invece a Mantova nei cui pressi s'era accampato l'esercito...

A Mantova il Maestro aveva portato la sua famiglia: la moglie, conosciuta a Brescia, e la prima figlia; e ad esse dedicava tutto il tempo che non fosse dovuto alla musica, sicché, quando i cronisti parlavano di lui, non potevano non accennare a questa dedizione, facendola apparire persino singolare:

" II Maestro Castellani nella vita privata è di una dolcezza ed amabilità di carattere veramente attraente. Sa gustare le gioie della famiglia, adora la moglie e l'unica figlia. E' di una gentilezza squisita di tratto, possiede insomma quelle qualità che lo rendono raro e desiderato da tutti ".

Benevolenza lo circondava anche nel reggimento, per la cordialità con cui egli sapeva avvicinare ciascuno, collega, superiore o subalterno. " Sapeva accattivarsi la stima e l'affetto di tutti ", ci testimonia infatti una lettera scritta da alcuni vecchi commilitoni e controfirmata dal Generale Ameglio.

A Mantova, dunque, nella piazza principale, si tenevano periodiche esibizioni bandistiche. La folla si accalcava attorno al palco o affollava i tavolini all'aperto dei vari caffè intorno alla piazza, assistendo raccolta al magico movimento della bacchetta del Maestro che, molti ricordano, diventava un oggetto delicatissimo tra le sue abili mani. Gli applausi seguivano puntuali e fragorosi al termine di ogni esecuzione, rasentando spesso l'esaltazione.
Puntuali erano anche, il giorno seguente, i commenti entusiastici dei cronisti. Una sera in piazza " Leona " la Banda esordì con una " riduzione " della celebre RISURREZIONE DI CRISTO del sacerdote e Maestro Lorenzo Perosi. Il concerto era stato già preannunciato ed era attesissimo da quanti conoscevano il valore del Nostro. Tutti i giornali mantovani avevano invitato la popolazione ad assistere numerosa nella piazza, stimando quest'ultima opera certamente degna delle precedenti. Ma l'esecuzione che il maestro e la sua Banda seppero dare superò questa volta ogni aspettativa.

Scrive un cronista mantovano:

" E' stata ier sera, la seconda volta in Italia in cui venne pubblicamente eseguita per Banda, la RESURREZIONE DI CRISTO di Don Lorenzo Perosi. E se il giovane ed illustre Abate si fosse per caso trovato presente all'esecuzione supremamente corretta che la Banda del 20 Fanteria fece del celebrato suo Oratorio, certo si sarebbe congratulato col Maestro Castellani, che tanta cura sapiente ed amorosa dedicò alla riduzione e concertazione dell'insigne lavoro. La Piazza Leona appariva letteralmente gremita di pubblico - fra cui notavansi moltissimi Sacerdoti - ed un interessamento vivissimo era in tutti. Il Maestro Castellani, con quella convinzione e sicurezza che ognuno vanta e pochi raggiungono, diresse a memoria, strappando l'applauso entusiasta e reverente di tutto l'uditorio. Non si sarebbe potuto desiderare da un concerto bandistico finezza maggiore, né più attraente effetto. Riuscitissima fu la riproduzione del " terremoto ", per chiarezza ed efficacia esemplare; così il duetto delle due Marie, il coro dei fedeli al Santo Sepolcro, il grido " Rabbonì! " e tutti i punti più salienti ebbero traduzione fedele, castigata ed ammirevole. Però l'ammirazione salì in più alto grado per la fuga finale, cui ben si sapeva riservato il trionfo maggiore per la magnificenza della sonorità.
Qui appunto il Maestro Castellani - ci piace rilevarlo - anziché abbandonarsi ad esagerazioni rumorose, come a taluni accade per malintesa ricerca di effetto e di plauso, fu, al contrario, di una moderazione esemplare, e lo stupendo finale venne salutato da un'acclamazione imponente durata parecchi minuti, e dovette essere bissato.
La ristrettezza dello spazio non ci consente di dire di più. Ma non esagereremo dicendo che l'esecuzione di questo Oratorio ha lasciato nell'animo di tutti gli uditori un'impressione assai gradita ed un desiderio vivissimo di riudirlo fra breve; e che non poteva essere più giusto l'applauso, onde il pubblico volle rimeritare Maestro ed esecutori ".

E lo stesso Don Lorenzo il giorno seguente volle dimostrargli tutta la sua stima e riconoscenza per il pezzo dedicategli:

" Dal Vescovado di Mantova, 19-11-1899.
Caro Maestro,
l'atto suo di volermi offrire la sua bella composizione tra una parte e l'altra della Resurrezione di Cristo eseguita in quest'oggi m'ha veramente commosso. Voglia accettare i miei più sentiti ringraziamenti nel mentre che mi segno.

 

CASTELLANI NEL GRAN " GIRO " DELLA MUSICA

 


Foto ricordo di J. MASSENET
al M. Angelo Castellani

 

 

Il periodo mantovano del Maestro Castellani ci ha introdotto in uno dei capitoli più cari e significativi della sua vita professionale, quello del rapporto di stima ed amicizia che egli ebbe con alcuni insigni musicisti contemporanei. Al nome del Maestro Lorenzo Perosi or ora riportato, affiancherei subito quello del Maestro L. Campiani, celebre allievo del Rossini che si rivolge al Castellani in questi espliciti termini;

" Distintissimo Maestro Angelo Castellani, voglia di buon grado accettare le mie più calde congratulazioni per il felice esito meritatamente ottenuto col suo bel Lavoro Sinfonico, a mio debole parere, ideato e (strumentato con vero intelletto d'arte. Mi è caro l'incontro per augurarle sempre più occasioni nelle quali possa far conoscere i suoi meriti non comuni e riscuotere quegli applausi che ben le si convengono, e intanto coi sensi della più affettuosa stima e considerazione me le raffermo suo dev.mo amico ",

Ma l'amicizia più spesso rinnovata, e nel contempo più legata agli interessi musicali del Nostro, sembra essere quella che egli strinse col Maestro Vessella, figura a quel tempo di primissimo piano nei campo musicale in genere e addirittura dominante in quello bandistico.
Il primo incontro tra i due richiama un periodo felice ma anche critico per la formazione bandistica dell'esercito italiano. Mentre infatti qualcuno, per le solite italianissime ragioni economico-organizzative, pensava di sopprimere le Bande musicali, qualcun altro, come ad esempio i cronisti dei quotidiani nazionali testimoni e portavoci degli umori espressi a tal riguardo dalle colte piazze d'Italia, era di parere del tutto opposto. E anzi, proprio in occasione d'una delle solite esibizioni della Banda del Castellani un giornale, commentando, scrisse:

" Dopo queste prove se sentiremo ancora parlare di soppressione di Bande militari diremo che il nostro Paese vuoi perdere ogni senso artistico ".

Fu appunto partecipando alla commissione a cui il Ministero della Difesa aveva affidato il compito di proporre riforme tecnico-amministrative, per migliorare le condizioni delle Bande militari, che il Castellani e il Vessella si conobbero personalmente. Il Vessella, come ho già detto, fu una delle più importanti personalità della musica italiana del primo novecento. Per 25 anni direttore della Banda musicale dì Roma, contribuì notevolmente alla valorizzazione dei concerti cittadini, che a parer suo come enti artistici dovevano essere considerati alla stessa stregua delle orchestre e per nulla inferiori a quelle. Fu lui stesso a presentare alla commissione suddetta il " progetto-programma " di riforma per le Bande militari, che divenne esecutivo dopo approfondita discussione.

Questa importante amicizia non ebbe nulla di formale, il Maestro Vessella si mostrò cordialissimo col Castellani e molto spesso, negli anni successivi, i due Maestri furono in contatto famigliarmente.

Tra i grandi musicisti che ebbero contatti per motivi di stima reciproca, oltre che di comune interesse artistico col Nostro, dobbiamo nominare altri due grandissimi, la cui popolarità, del resto, mi toglie l'imbarazzo delle presentazioni. Il primo fu J. Massenet, il quale, all'onore che gli aveva reso il Castellani dedicandogli una " pastorale " e una " danza campestre " rispose con un assiduo e ammirato interesse per l'opera del Nostro, come mostrano lettere sul tipo di quella riportata di seguito:

" Caro Maestro,
dopo la brillante istrumentazione militare, ecco l'orchestrazione sinfonica! Quale bella lezione per coloro che dovrebbero scrivere simili composizioni! lo ho paragonato col più serio interesse la fattura dei due lavori. Con che piacere vi faccio le mie più grandi felicitazioni, e come sono confuso ma fiero della dedica!
Per ammirazione e riconoscenza.
J. Massenet

L'altro è il celeberrimo compositore dell' Andrea Chenier ", U. Giordano, del cui rapporto col nostro Maestro è testimone il seguente breve ma significativo biglietto:

" Caro Maestro,
vi ringrazio infinitamente della bella sorpresa e del gentile pensiero. Ho letto la vostra overture che trovo ispirata e di fattura magistrale. Le mie più calde felicitazioni ed una cordiale stretta di mano.
Dev.mo Umberto Giordano ".

Amicizie importanti, dunque, elogi di critica, osanna di pubblico, ripetute affermazioni in ogni sorta di Concorsi. Avrei potuto dare ogni tanto un po' di respiro alla cronaca, per guardare più all'Uomo. Ma ecco tornare il discorso di apertura, l'impressione cioè che il Castellani quanto più fece conoscere la musica, tanto meno fece parlare di se stesso come "personaggio". E ciò, se da un lato suggerisce riflessioni più disincantate nei confronti della presunta, e oggi tanto accreditata, affinità esistente tra egregi temperamenti artistici e certo stravagante comportamento, dall'altro costringe appunto a tenere costantemente dietro ad una folta, seppur prestigiosa, sequenza di avvenimenti.

 

MAESTRO DI MUSICA
APOSTOLO DI CULTURA E CIVILTÀ'

 


Foto-ricordo di
don LORENZO PEROSI
al M. Angelo Castellani

Il Maestro Castellani, lo abbiamo detto già molte volte, fu sempre ammirato e amato dalle platee popolari per cui si esibiva. Non starò a riportare tutta la documentazione esistente al riguardo, e su quanto già detto di Mantova, Vicenza, ecc., non ritornerò. Si consideri, comunque, che il Nostro percorse quasi tutta l'Italia, ora per eseguire concerti, ora per partecipare a gare di vario livello e risonanza, e questo suo dinamismo, associato al talento che sappiamo, ben possono lasciarci immaginare quali sentimenti di stima, di affetto e, talora, di appassionata esaltazione lo accogliessero ovunque.
E' quasi impossibile seguire il Nostro durante i primi anni del '900. Molti ritagli di giornali che riportano notizie dei suoi concerti, e che lo stesso Maestro conservò trascurando tuttavia le date, debbono riferirsi per varie ragioni a quel periodo. Da Minturno un cronista scrive sul " Corriere di Caserta ":

" Sono cominciate le esercitazioni militari al nostro poligono. Abbiamo avuto il 20° Fanteria colla sua brillante schiera di ufficiali e colla sua valorosa Banda musicale egregiamente diretta dall'esimio Maestro Castellani, che ci ha fatto gustare deliziosa e scelta musica. In questa Banda, abbiamo notato un affiatamento singolare con una spigliatezza correttissima di esecuzione. La schiera dei suonatori è composta di buonissimo elemento. Il sentimento artistico è disseminato a profusione dall'ottimo Maestro Castellani, che è un direttore non comune, e che alle doti artistiche accoppia quelle di un distinto gentiluomo. La sua partitura è ricca di combinazioni foniche artisticamente connesse: i suoi effetti orchestrali sempre di colore locale, collo stacco dei tempi, sempre vero intuito dell'intenzione degli autori, danno un risalto nobile e reale alle composizioni che ci ha presentato. La bacchetta del Maestro Castellani non si muove acrobaticamente, ma è guida sicura che, senza l'aiuto della partitura, svolge, dirige e conduce a termine anche il più difficile pezzo di musica moderna. - ... Le migliori nostre congratulazioni non valgono certo a rialzare di una spanna il valore del Maestro Castellani, ch'è troppo conosciuto in arte, ma noi lo facciamo perché le abbiamo sentite uscire spontanee dal nostro cuore, che pure d'arte vive ".

Altre sue notizie le abbiamo pure da Napoli, da Siracusa, da Palermo e dintorni. Ma l'incontro più significativo che il Castellani fece in quegli anni nel Sud fu, credo, con la città di Giarre, che da allora farà di tutto per assicurarsene l'opera.
Certo è che dal '907 dopo essersi collocato a riposo nell'esercito, il Maestro dirige la Banda di quella città accolto dall'unanime consenso dei dirigenti comunali e dei cittadini, tanto più che proprio in quell'anno, egli aveva ricevuto forse il più significativo riconoscimento ufficiale della sua carriera, vincendo un 1° ed un 2° premio, con diploma d'onore, nel "Gran Concours International de composition musicale LE CARILLON " di Bruxelles.

La permanenza a Giarre, però, sebbene ricca di soddisfazioni, non potè prolungarsi a causa dello spaventoso terremoto che colpì Messina e la costa orientale sicula. Il Maestro si trasferì quindi al nord dove, quasi a voler preannunciare il suo ritorno, era andato già a vincere, nel '908, un nuovo concorso, quello della Società Editrice " La Milano " a cui parteciparono ben 108 candidati.

A Mantova dal '909 al '911, ancora nell'esercito; lo troviamo poi dal 1911 al 1914 alla guida della Banda della città di Novara. La sede è diversa, ma l'impegno del Maestro e l'appassionata risposta di pubblico e di critica sono sempre gli stessi, come attesta l'encomio del Presidente del Civico Istituto di Brera di Novara, dott. Bocci, il quale sì riteneva "felice" per aver concorso a far assumere il Nostro quale direttore della Banda novarese.

II nuovo incarico occupò il Maestro fino alle soglie della prima guerra mondiale. Gli anni difficili che si prospettavano avevano forse già indotto il Castellani a considerare l'opportunità di ritirarsi a Nettuno, ma, sebbene l'allora sindaco Bazzichelli si dimostrasse dispostissimo ad assumerlo come direttore della Banda cittadina, non se ne fece nulla per molto tempo ancora.

Tornò per un anno a Vigevano e poi a Valdagno (Vicenza) per tutto il periodo della guerra. Di questi anni non ci sono notizie, poiché è possibile che i bollettini di guerra avessero sostituito completamente le notizie di vita culturale. Un unico documento è del 1920, ed è un certificato rilasciato dal lanificio Marzotto di Valdagno, attestante che il Maestro fu direttore della Banda musicale di quella città dal luglio del '15 al gennaio del '20. Tale dichiarazione doveva servire come credenziale al Nostro che, rimasto senza lavoro, tentò di farsi assumere come direttore della Banda comunale di Brescia. Questa volta, però, risultò secondo e, trovandosi finalmente nella possibilità di trasferirsi ovunque, poiché non era più legato all'esercito, cominciò ad accarezzare il progetto, già sfumato anni addietro, di tornare a Nettuno. Aveva 58 anni.

 

MAESTRO IN PATRIA

 


Biglietto postale di J. MASSENET
al M. Angelo Castellani

 

Una buona parte della propria vita e carriera si erano consumate lontano dalla sua gente; molte città lo avevano acclamato; molti trionfi erano venuti ad impreziosire la vita di quell'umile figlio di contadini ma, certo, il ricordo di Nettuno, della sua casa, della sua gente, non potè venire mai meno. Per questo nel '921 accettò finalmente il contratto che lo assumeva come direttore della Banda musicale nettunese, sebbene proposte ben più favorevoli gli fossero state fatte dal comune di Giarre, dove nessuno lo aveva dimenticato, e dove l'umiltà e la gentilezza del proprio carattere gli avevano conservato molti amici sinceri. Possediamo infatti molte lettere del sindaco di quella città, in cui si assicura al Maestro Castellani che, in cambio della sua opera, ogni sua richiesta sia tecnica che economica sarebbe stata soddisfatta, tanto che, dal senso del carteggio, il Maestro sembrò persino accettare.

Ma a Giarre il Nostro non tornò più e, seppure a condizioni insoddisfacenti sotto ogni punto di vista, optò per Nettuno. Tornare a casa dopo così lunga assenza significò riallacciare i fili di vecchie amicizie, conservate fino ad allora con contatti solo epistolari; rientrare nelle abitudini tranquille di un paese di pochi abitanti, per i quali le esecuzioni bandistiche erano esse stesse momenti di espressione sociale fondamentali, e non solo sottolineature degli eventi più festosi e solenni della comunità, come ad esempio le ricorrenze religiose.

A quanto sembra dalle varie carte rimaste, il Comune non aveva mai potuto permettersi una Banda veramente efficiente, ma se l'impresa di riorganizzarla poteva sembrare ardua, i! Maestro aveva dalla sua tutto il talento e la decisione necessari.

La sua presenza fu avvertita perciò ben presto e, anzi, i progressi che egli ottenne dai suoi musicanti furono così rapidi e imprevisti che tutto il paese di Nettuno conobbe momenti di grandissimo entusiasmo per la sua Banda. Una lettera di congratulazioni del Comune, che porta la data del 14 luglio 1921 ci inserisce un poco nella vita artistica del paese. Apprendiamo così che " il brillantissimo servizio musicale " a cui si riferisce il plauso, avveniva normalmente nella piazza Umberto I, l'attuale piazza Mazzini, la quale, come è facile immaginare, non aveva le caratteristiche attuali. Dove ora zampilla la fontana del Dio Nettuno, c'era il palco su cui si esibiva la Banda, mentre sulla piazza si affacciavano alcuni " caffè " che per l'occasione, si affollavano di gente. La grande maggioranza del popolo assisteva però in piedi, seguiva con competente interesse ogni esecuzione e non lesinava fragorosi applausi e manifestazioni di entusiasmo.

 


Lettera autografata
di don LORENZO PEROSI
al Maestro Angelo Castellani

 

Le musiche in piazza erano uno dei pochi momenti di " sintesi " per una comunità dispersa per le campagne come quella nettunense, e quei 3000-3500 abitanti assieme " alla colonia dei villeggianti " non perdevano certo l'occasione di ammirare lì, tutti i giovedì e le domeniche d'estate, la sicura e delicata bacchetta del Maestro.

Maturava così, tra prove ed esibizioni, un ennesimo successo per il Castellani, ma i Nettunesi, nuovi a tali vittorie, glielo fecero vivere come un avvenimento del tutto eccezionale. Ritroviamo infatti su un ritaglio di giornale conservato dal Maestro:

" A chiunque cinque o sei mesi fa avesse osato di dirci che in un prossimo avvenire il Concerto di Nettuno si sarebbe trovato in una elevatezza tecnica tale da potersi presentare, con probabilità di successo, ad un concorso bandistico, noi avremmo risposto, lontani da recare offesa a chicchessia, che il suo enunciato era una follia...Come ci saremmo ingannati! Quel " chiunque " non era un folle! Quel " chiunque " ci ha fatto toccare con mano che anche oggi si compiono miracoli... per opera del nostro valoroso Maestro Cav. Angelo Castellani. M quale con soli otto mesi d'insegnamento e di rieducazione musicale impartiti con sacrificio e abnegazione ammirevoli, trasformò la... sconcertata massa {strumentale in una vera e propria orchestra dall'intonatura perfetta, dall'esecuzione irreprensibile e sorprendente!
Questo è il miracolo, questo è il prodigio del Maestro Castellani di cui reclamò il ritorno in paese una sottoscrizione plebiscitaria gelosa quasi che uno dei suoi più degni figli in altre città e paesi d'Italia stesse a raccogliere gloria ed onori.
Compiuto il miracolo della ricostituzione di questo corpo bandistico, il Maestro Castellani non esitò un solo istante a condurre i suoi al cimento di Frascati il giorno diciotto del mese in corso. E colà appunto i bravi concertisti di Nettuno senza ligiature di reclame e di esibizioni, fidenti solo nella forza dell'incontestabile valore del loro amato Duce, dopo d'esser passati per la trafila della critica severa e serena di una giuria tra i più competenti musicisti della Capitale, si conquistarono l'ambita onorificenza di premi nella graduatoria.
Noi non sappiamo trovare parole di plauso per l'Uomo che alle preclare doti di direttore e concertatore impareggiabile, unisce la virtù dei grandi e dei forti: la modestia! E se pure riuscissimo a trovarne, esse non direbbero mai quello che a lui han detto tutte le festose accoglienze della città in due giorni di trionfo e di delirio! Esse non gli direbbero mai quello che a Lui han detto tutte le squisite e gentili manifestazioni di gratitudine dei suoi fidi musicanti, i quali nel loro Idolo vedono la via aperta alle più alte sfere della gloria e degli onori.
Questo è anche il nostro fervido augurio ".

Al successo di critica, conquistato appunto nel concorso bandistico provinciale di Frascati del 18 settembre 1921, seguì il trionfo popolare tributato al ritorno dai Nettunesi. Ancora un ritaglio di giornale:

" Mentre scrivo, un'immensa folla tra bandiere e voci festanti si avvia alla volta della stazione per attendervi il treno che riporta qui il nostro concerto cittadino reduce da Frascati, dove ha conseguito il 1° premio nella gran gara musicale. La cittadinanza è esultante. La meritata soddisfazione è dovuta in special modo al valore dell'egregio direttore del concerto, Cav. Angelo Castellani, ben noto per le sue numerose composizioni nel campo musicale, provetto nell'arte divina dei suoni, interprete sicuro delle più ardue opere classiche nostrane e straniere.
Basti dire che nel giro di pochissimi mesi, con la sua amorevole e paziente e sapiente guida, ha fatto ottenere dal nostro concerto un progresso che pare incredibile. Nella scorsa stagione balneare la colonia dei villeggianti ha seguito dì frequente, con vivo interesse e piacere, le squisite esecuzioni musicali in piazza, prodigando applausi infiniti che erano vere ovazioni. Oggi tante fatiche hanno il meritato premio. Ce ne compiacciamo augurando altri brillanti migliori successi".

Anche l'anno seguente ci fu, al concorso di Palestrina, un nuovo successo che tuttavia non fece il clamore del primo, forse perché ormai si cominciava a dare per scontato il valore della banda e del suo Maestro.

 

 

IL MAESTRO VESSELLA A NETTUNO

 


All'amico carissimo
M.Cav: Angelo Castellani
cordiale ricordo Novembre 1921
A. VESSELLA

 


Il Castellani era ormai così sicuro del valore della sua Banda che durante la stagione balneare del '22 osò invitare il Vessella ad assistere all'esecuzione della " Fantasia " che questo stesso Maestro aveva tratto dall'opera verdiana e che il Nostro aveva trascritto per Banda. Il " Pezzo " fu eseguito la sera del 22 agosto, in una piazza gremita ed animata ancor più che altre volte, data la presenza di così illustre ospite. In quella occasione, agli applausi calorosi e prolungati degli ascoltatori, lo stesso Vessella potè unire le sue congratulazioni, e che non fossero solo di circostanza è dimostrato dal fatto che, alle lodi verbali espresse sul momento, egli fece seguire dopo alcuni giorni anche quelle scritte:

" Roma, 30 agosto 1922 Carissimo amico,
per quanto fin da domenica scorsa dopo l'esecuzione della mia fantasia sul " Rigoletto " le abbia espresso sentiti rallegramenti per l'esatta concertazione e la vigorosa direzione dei vari prezzi eseguiti di mia trascrizione, voglio rinnovarle per iscritto congratulazioni sincere per il successo entusiastico ottenuto da codesto valoroso Corpo Bandistico.
Per il bene dell'arte e per l'elevazione della cultura popolare sarebbe da augurare che tutti i piccoli centri abbiano chi, come lei, metta nella opera quotidiana d'insegnamento quella passione e quell'entusiasmo che, uniti alla buona volontà dei singoli componenti, possono portare a risultati efficaci. Sempre avanti dunque nell'ascesa, faticosa sì, ma vivida di bagliori e di luminosità tali da incoraggiare alla resistenza e... alla persistenza.
Cordialmente suo .
A. Vessella ".

Inoltre, e forse proprio durante lo stesso anno, in occasione della festa di Santa Cecilia, il Vessella volle tornare a Nettuno.
Leggiamo ancora:

" Nettuno, 25 novembre:
II Corpo Bandistico di Nettuno, per la ricorrenza della festa della sua patrona Santa Cecilia, ha voluto celebrare la sua rinascita ufficiale per opera del valoroso concittadino Cav. Angelo Castellani che, nei pochi mesi dacché ne assunse la direzione, ha portato la nostra Banda di trionfo in trionfo. Frascati e Palestrìna sono due fari luminosi, due tappe gloriose della strada da lui tracciata, in cui la valentia, la tecnica, la perfetta ed accurata riduzione e concertazione della sua Banda, ha dato quei risultati che " era follia sperare ". E quando tra un anno il Corpo Bandistico di Nettuno, si sarà arricchito dei nuovi elementi che ora sono allievi, allora solo si rivelerà l'opera del Cav. Castellani, che farà assurgere la nostra Banda a fastigi sempre più grandi, a successi sempre maggiori.
E la festa di ieri fu allietata dalla presenza dell'illustre Direttore della famosa Banda di Roma Comm. Vessella, il quale dietro invito del Cav. Castellani, accettò d'intervenire, quantunque impegni professionali !o avessero obbligato a rimanere a Roma. Sulla banchina della nostra stazione, erano a ricevere il Comm. Vessella, oltre che il Direttore della nostra Banda, anche il Sindaco di Nettuno, Cav. Renza, gli Assessori Bernardini, D'Annibale, Andolfi, i Consiglieri Ballerini, Mariola, De Franceschi, Cerri, il Prof. Papacci e la stampa cittadina.
Appena egli fu disceso dal treno la Zeiss del nostro simpatico Barattoni, sempre pronto con la sua macchina, volle impressionare sulla lastra diverse istantanee di cui una ne riproduciamo. Quindi il Comm. Vessella, che passa per la cittadina, tra un popolo festante che lo applaude, è condotto al palazzo comunale, e dopo una sommaria visita alle sue bellissime sale, viene a lui offerto un Vermouth d'onore e salutato cortesemente con gentili ed acconce parole, a nome di tutta la cittadinanza, dal nostro Sindaco. Intanto sotto al palazzo comunale la nostra Banda suona una bellissima marcia, mentre il Comm. Vessella si affaccia al balcone e ringrazia ".

L'articolo non trascura, poi, un compiaciuto accenno all'immancabile conclusione conviviale celebratesi, con bene... intonata accuratezza, nella trattoria Valeri, e fa riferimento ai doni che nell'occasione ricevettero i due Maestri, e agli abbracci che questi, tra un brindisi e l'altro, ripetutamente si scambiarono.

 

IL SUCCESSO DI UNO STUDIO APPASSIONATO E CONTINUO

Come si è più volte detto, l'attività della Banda si svolgeva quasi esclusivamente nel periodo estivo. Durante l'inverno, infatti, non si tenevano concerti in modo sistematico, ma soltanto delle sporadiche esibizioni in alcune feste principali: Natale, S. Antonio Abate, Pasqua, la festa della Madonna...
In tale periodo di relativa inattività, il Maestro conduceva una vita molto ritirata, incontrandosi con pochi amici: il farmacista Dr. Tomasi, la cui bottega in piazza era un luogo abituale di ritrovo, qualche membro del Comune, qualche componente della Banda. Spesso poi faceva delle passeggiate e soprattutto delle visite al Santuario della Madonna della Grazie, di cui era assai devoto. La maggior parte del suo tempo era dedicato, però, alla famiglia e alla musica, impegnandosi egli continuamente a trascrivere per Banda brani famosi dei grandi musicisti melodrammatici e a comporne dei suoi.

Fu appunto in questo periodo nettunese che il Castellani riprese la sua attività di compositore, interrotta da quando, nel 1914, aveva vinto a Pesaro, su 105 partecipanti, il 1° premio del concorso indetto per celebrare il centenario della nascita di Rossini.

Con le sue creazioni musicali vinse ne! '22 a Perugia e a Roma e nel '24 a Firenze, mentre in data imprecisata, ma sempre in questo periodo, ottenne il 3° premio su 125 concorrenti della Casa Editrice Zaniboni di Padova.

 

LA BANDA DI NETTUNO

Parlando di successi nettunesi, soprattutto concertistici, del Maestro Castellani, abbiamo fin troppo trascurato i suoi musicanti. E' evidente che, seppure importantissimo, il direttore in una Banda non è certo tutto. Quei nostri concittadini che suonarono col Castellani non furono insomma indegni del loro Maestro e si impegnarono a fondo con buoni risultati. Credo perciò sia cosa gradita e doverosa riportare qui di seguito i nomi dei componenti della Banda.

1 - Andolfi Ciro
2 - Andolfi Guido
3 - Ballerini Achille
4 - Barbieri Settimio
5 - Cardella Francesco
6 - Cecconi Francesco
7 - Centi Luigi
8 - Cerri Silvio
9 - Cibati Francesco
10 - D'Annibale Romano
11 - D'Annibale Vittorio
12 - D'Annibale Carlo
13 - De Franceschi Gustavo
14 - Farinelli Alvaro
15 - Fiorilli Ludovico
16 - Fiorilli Mario
17 - Fiorilli Ugo
18 - Fuschi Salvatore
19 - Ingiosi Igino
20 - Ludovisi Ettore
21 - Macchioni Federico
22 - Mancini Umberto
23 - Mariola Augusto
24 - Mariola Andrea di Lucio
25 - Mariola Andrea di Raffaele
26 - Mariola Anselmo
27 - Mariola Ulderico
28 - Mariola Vittorio
29 - Masci Fausto
30 - Massarelli Pietro
31 - Monaco Ercole
32 - Ottaviani Tiberio
33 - Pierimarchi Angelo
34 - Paolini Reginaldo
35 - Petrosi Andrea
36 - Petrosi Ermete
37 - Ricci Carlo
38 - Romagnoli Marino
39 - Simeoni Giovanni
40 - Staffieri Arcangelo
41 - Simeoni Natale
42 - Simeoni Umberto
43 - Sodi Simone
44 - Taurelli Cesare
45 - Visca Ennio

Costoro ebbero tra l'altro il non trascurabile merito di tenere in piedi il complesso anche quando il Castellani, come vedremo subito, andò per altri tre anni via da Nettuno.

Nel 1926, infatti, troviamo il Maestro nuovamente a Vigevano. Il motivo di questo nuovo trasferimento non ci è del tutto chiaro. Tra i pochissimi appunti del Maestro conservati dalla figlia signorina Maria, ce n'è uno importantissimo, riportato interamente in seguito che, scritto per un discorso da lui tenuto a Nettuno, negli ultimi anni della sua vita, ricapitola sommariamente le tappe professionali principali con le Bande municipali della nostra città. Ebbene in quella minuta, dopo aver ricordato le vittorie conseguite tra il '21 e il '25, egli commenta la partenza del '26 con questo semplice cenno:

" Per divergenze col Podestà di allora, lasciai Nettuno per tre anni circa ".

Di più su queste divergenze, non sappiamo; bisogna pensare, comunque, che dovettero essere abbastanza serie se spinsero un uomo ormai anziano a lasciare il proprio paese per riprendere la vita dei trasferimenti.

 

DI NUOVO A VIGEVANO

 


VIGEVANO (Pavia) l'ampia e bellissima piazza Ducale a pianta rettangolare.
A sinistra, sotto la torre, si costruiva il palco per la banda musicale
che il M. Angelo Castellani dal 1914 al 1915 e da 1926 al 1929

 

 


All'egregio amico e riduttore prezioso M. Angelo Castellani
VINCENZO FERRONI

 

Durante l'assenza da Nettuno il Castellani fu dunque nuovamente ospite della città di Vigevano. Con questa Banda, come ormai ci aspettiamo, il Maestro continuò a mietere quei trionfi che non gli erano mai mancati, e accanto alle piccole onorificenze cittadine, riscuoteva successi molto ambiti in concorsi interprovinciali. I Nettunesi però continuarono a interessarsi assiduamente di lui e a considerare temporanea la separazione. E' infatti proprio da un ritaglio di giornale che parla del concerto nettunese che veniamo a conoscenza di un ennesimo successo, ottenuto dal Castellani con la Banda di Vigevano al concorso internazionale di Como:

" Il nostro concerto, ha terminato pochi giorni or sono, il suo servizio musicale per il periodo estivo, raccogliendo larga messe di applausi dall'immenso pubblico, composto per la maggior parte di villeggianti. In verità, gli ardui pezzi scelti tra opere classiche, vennero eseguiti con molta precisione dai concertisti, sotto l'abile ed accurata direzione del signor Giovanni Simeoni, già uno dei migliori allievi del Maestro compositore Angelo Castellani. Questi che per parecchi anni diresse il nostro concerto cittadino con somma perizia, in modo da riscuotere la profonda ammirazione di un Vessella e di altri insigni, è attualmente a Vigevano amato e stimato da tutta quella popolazione per i suoi eccelsi meriti, che già rifulsero qui e altrove in gare musicali conquistando i primi premi.
La cittadinanza nettunese è orgogliosa di lui che anche da lontano tiene alto il buon nome che ha saputo acquistare con la sua arte squisita di maestro e compositore. Tutti lo ricordano con affetto e riconoscenza accarezzando nel cuore il sogno (che speriamo vorrà presto realizzarsi) di riaverlo tra noi.
Se lo spazio me lo permettesse enumererei in un lunghissimo elenco tutte le onorificenze e benemerenze del Castellani, sia nella direzione degli ex concerti del R. Esercito, sia nelle molte produzioni del suo vivido ingegno, produzioni che vengono tuttora eseguite da molti concerti.
Egli ha saputo, rimanendo in Nettuno, riportare più di una vittoria trionfale (diplomi e medaglie d'oro) col suo concerto la cui fama non è ristretta nei soli confini del Lazio, ma vola al di là, e indubbiamente egli, tra i maggiori maestri di musica, occupa uno dei primi posti.
Ad avvalorare quanto io brevemente espongo (senza ombra alcuna di adulazione) basterebbero le ovazioni che egli ha raccolto nella grandiosa gara internazionale di Como, vincendo su tutte le valorose Bande colà intervenute, il premio speciale con questa motivazione: " Diploma d'onore al nostro egregio Maestro Castellani, {'unico di tutti i Maestri intervenuti che abbia avuto la solenne conferma del suo valore, della sua arte, della sua finezza d'interpretazione ".

Numerosi telegrammi inviatigli da Nettuno, tra i quali quelli degli amici della farmacia Tomasi, Scagnoli..., confermano che, quanto riguardava il Maestro, veniva sempre seguito con affetto e con stima dai concittadini in generale e più specialmente dagli amici.

Un nuovo primo premio il Maestro lo ottenne poi nel '28 con la stessa Banda di Vigevano, al concorso interprovinciale di Vogherà, e questo fu l'ultimo successo di risonanza ottenuto in quella città. Scaduto infatti il contratto con Vigevano nel dicembre del '29, decise di tornare a Nettuno, questa volta definitivamente.

 

TORNA A NETTUNO

II Maestro contava già 67 anni e sebbene fosse di tempra molto giovanile e godesse perfetta salute, non poteva più essere affascinato da contratti che lo portassero lontano dal suo paese.

A Nettuno aveva ritrovato l'ambiente e gli amici di sempre, anche se in quella breve parentesi di assenza si erano verificate molte più trasformazioni, in campo sociale soprattutto, che non in tutta la sua lunga assenza giovanile.

La musica, comunque, continuò ad essere la sua occupazione principale e anche a Nettuno continuò a scrivere e studiare preparando la Banda a sempre nuovi successi e riconoscimenti.

Avvenimento importante di questo nuovo periodo nettunese, fu il concerto in onore della Regina di Romania, tenutosi nel '31 all'interno del castello Sangallo. li " Giornale d'Italia " dedica largo spazio alla cronaca dell'avvenimento:

" Un concerto nel castello Sangallo in onore della Regina Maria di Rumenia. Ancora per qualche giorno Nettuno ha l'onore di ospitare la Regina di Rumenia nello storico vetusto castello Sangallo di proprietà dell'egregio Barone Passini. Nettuno ricorderà il soggiorno dell'augusta Regina Madre per la regale cordialità che ha mantenuto con la popolazione. Durante la sua permanenza ha visitato Torre Astura ed altre località che ricordano lo gloriosa e remota storia della nostra città, rimanendo ammirata del nostro cielo, delle nostre ridenti spiagge, dei nostri fiori. Si è compiaciuta ricevere il nostro Podestà Cav. Duranti, che ha intrattenuto con affabilità, gradendo l'omaggio floreale dallo stesso offerto a nome della cittadinanza.
Ieri sera per disposizione data dal nostro Cav. Duranti e per grazioso assenso della Regina, quattro distinte nostre signorine e cioè: Giara Vicini, Bianca Castellani, Fina Pigliucci e Isidora Piermattei, accompagnate dal Comm. Piermattei, si sono recate al castello Sangallo nel caratteristico e ricco costume nettunese per rendere omaggio all'augusta sovrana.

Per disposizione dello stesso Podestà il concerto cittadino svolse nell'interno del castello uno scelto programma musicale che riportiamo:
1 - Bellini: " Norma ", sinfonia;
2 - Verdi: " Aida ", fantasia;
3 - Bach: " Gounod Egmont ", overture.

La Regina, giunta in automobile verso le ore 21 da una delle consuete gite nei dintorni, venne acclamata da deliranti evviva della popolazione che stava ad attenderla, e mentre sorridente entrava nel castello la musica intonava l'inno rumeno. Cessato l'inno il Cav. Uff. Piermattei insignito anche della commenda rumena, ha presentato all'augusto Regina, le signorine una delle quali, la signorina Piermattei, ha offerto, a nome delle giovani nettunesi, uno splendido mazzo di orchidee, legato ad un serico nastro dai colori italiani e rumeni, che Sua Maestà ha immensamente gradito, e volle degnarsi di insistere acciocché si trattenessero a pranzo alla sua mensa, nella quale sedevano la principessa Ileana ed il seguito.
Durante il pranzo la Regina ascoltando lo svolgimento del programma musicale, ebbe parole di elogio per la perfetta esecuzione e volle dare prova del suo compiacimento recandosi ad elogiare personalmente il Maestro Cav. Angelo Castellani al quale in segno di omaggio fece poi pervenire a mezzo del Comm. Barone Passini il programma con autografo. La Regina si è anche personalmente congratulata con i musicanti, i quali orgogliosi e confusi hanno ringraziato. Accompagna quindi le signorine sulla porta del castello, accomiatandosi da esse mentre la Banda ripeteva l'inno rumeno e la marcia reale.
Questa mattina nel castello Sangallo il fotografo Guido Barattoni ha eseguito artistici gruppi che riproduciamo. ... la Regina si è degnata di posare anch'essa davanti allo obbiettivo. La cittadinanza sente doverosa riconoscenza per il Barone Passini che avendo meravigliosamente ridonato la bellezza primitiva allo storico castello, ha permesso che questo ospitasse delle così auguste persone, dando maggiore importanza alla nostra città ".

Il clima cordiale che abbiamo desunto dall'articolo, viene ancora oggi ricordato con orgoglio da quanti furono presenti alla festa, e da essi simboleggiata dall'invito a cena che la Regina rivolse alle ragazze in costume:

" Rimanete a cena con noi. Vedete bene che non è poi molto difficile sedere a tavola con una Regina ".

Ma nel dicembre del '33, scaduto il contratto, peraltro annuale, di direttore della Banda cittadina, al Maestro non venne rinnovato l'incarico. I motivi possono essere dedotti con facilità: il Comune non aveva mai versato in condizioni prosperose e del resto la società stava mutando.

 

IL COSTUME NETTUNESE SI EVOLVE

Abbiamo già detto che in quei pochi anni di assenza del Maestro da Nettuno, dal '26 al '29, le cose erano cambiate molto più rapidamente che per il passato: la Banda non costituiva più un' importante occasione d'incontro per i cittadini. La radio, sebbene non molto diffusa, cominciava a svolgere la sua opera di graduale trasformazione dei gusti del popolo; le automobili, anche se rare ancora, iniziavano però a rendere più elastici i contatti con altri centri, più facile la dispersione della folla, un tempo radunata in piazza attorno ad un palco.

Pur senza retorica, la fine della Banda di Nettuno coincise con la fine di un'epoca. Il Maestro tuttavia tentò di sfuggire al forzato riposo cui i nuovi sviluppi volevano relegarlo, ma intervenne l'età a rendere vano il suo desiderio di mantenersi operoso. In data 7-5-'34, gli venne comunicato dal Dopolavoro dell'Urbe, che, i suoi documenti relativi al concorso per Maestro direttore della Banda dell'A.T.A.G. non erano stati presi in considerazione essendo egli nell'impossibilità di rivestire la carica per raggiunti limiti di età. Aveva 71 anni.

La non certo piacevole realtà non sembrò influire molto sullo spirito del Castellani. La figlia, signorina Maria, ci conferma che in quegli anni nulla in fondo cambiò delle abitudini del padre. La musica continuò ad occuparlo, sebbene ormai solo raramente potesse esibire in concerti la sua arte, in quelle poche occasioni in cui la Banda nettunese veniva ricostituita per rendere preziosa una qualche festa locale.

Poi venne la guerra del '40 e anche queste tranquille abitudini vennero interrotte. Quando i Nettunesi furono costretti allo sfollamento, per sfuggire ai bombardamenti violenti a cui era sottoposta la costa per via dello sbarco alleato, anche il Maestro seguì la sorte comune ed una volta tornato dovette adattarsi ad una realtà ancor più difficile e avvilente. La sua casa era stata infatti saccheggiata, e tra le altre cose gli era stato portato via il pianoforte che non potè più comprare.

 

MEMORIE DELL'ARTISTA

 

 

La vecchiaia non aveva tolto al Nostro la perfetta lucidità mentale, né lo aveva privato di energia ed ingegno. Ne sono testimoni altri due importanti documenti che lo riguardano: il primo è la minuta, già altre volte menzionata, che egli scrisse in preparazione di un discorso durante la festa di Santa Cecilia; l'altro è un articolo che commenta la vittoria riportata ad un altro concorso locale. Leggiamo:

" Prima d'incominciare, rivolgo al promotore di questa genialissima festa il mio plauso, la mia gratitudine: bravo Michele, il tuo lavoro è stato coronato dalla presenza di tutti i nostri cari della Banda.
Questo eccezionale raduno per festeggiare S. Cecilia patrona della musica, mi ricolma di felicità e riempie l'animo mio di gioia e di speranza. Vedo i vecchissimi del 1921, i vecchi, cioè coloro che compongono la Banda attuale, i nuovi allievi ancora inoperosi e gli amici tifosi della nostra Banda. Tutti uniti, voi formate la mia grande famiglia, che in questo istante abbraccio con affetto paterno. Penso che festeggiando la Santa, avete voluto rendere anche un piccolo tributo di affetto al vostro quasi novantenne Maestro, per l'insegnamento che vi ha impartito con amore e con senso d'arte. Il frutto di questo insegnamento è ben noto a tutti (tranne agli allievi nuovi). Non avete certo dimenticato le acclamazioni, gli applausi dei nostri concittadini e villeggianti quando ascoltavano l'esecuzione del nostro programma, non avete dimenticato le espressioni lusinghiere del Maestro Vessella, Qui, Tisani... ed altri insigni.
Ricordate le belle parole della Regina di Romenia durante l'esecuzione del concerto al Forte Sangallo? Questi cari indimenticabili ricordi ci rendono orgogliosi e superbi del nostro passato.
Noto però in voi un certo desiderio; aspettate forse che il Maestro parli dei trionfi bandistici? Eccomi, vi accontento. In verità, per desiderio dei vecchissimi musicanti prendemmo parte, nel '21, per la prima volta, alla gara bandistica di Frascati, riportando il primo premio su tutte le Bande che vi parteciparono. Al ritorno, i Nettunesi esultarono di gioia e di soddisfazione, con essi i villeggianti, gli Ufficiali della Scuola di Artiglieria, tutti erano alla stazione per accompagnarci e festeggiarci lungo le vie del paese.
In seguito la nostra Banda conseguiva il primo premio alla gara di Palestrìna e a Terracina. In questa città diedero prova di consapevolezza coloro che oggi formano la Banda.
A Roma la piccola Banda riportava su 40 partecipanti l'unica medaglia d'oro...
Ora permettetemi un diversivo; ciò serve per i nuovi allievi che ancora ignorano l'opera del Maestro. Per divergenze col Podestà di allora, lasciai Nettuno per circa tre anni, per dirigere la Banda cittadina di Vigevano. Con questa Banda, dopo accurata preparazione, mi recai a Como al concorso internazionale del 1927 durante i festeggiamenti Voltiani. Delle sedici Bande concorrenti, tra le quali Cremona, Genova, Sampierdarena, Malta, (da questa città parteciparono due Bande inglesi) il vostro Maestro riportò con onore il diploma di scelta direzione e il primo premio. Come usava allora, mandai giornali agli amici e musicanti; per la verità vi leggo alcuni telegrammi pervenutimi dopo il premio internazionale di Como. Questo vi dimostra l'entusiasmo dei miei allievi e dei cittadini quando partecipavo loro l'opera mia in altre città.
Riportai con la stessa Banda il primo premio a Vogherà nel '28 nel raduno delle Bande di Toscana. Ed ora faccio punto, ho finito.
Amerei però che la Banda riprendesse il suo posto sia pure in modeste condizioni artistiche, ma con criteri sani, con saggezza di vedute e mirando anzitutto alla serietà della preparazione e lasciare a chi dirige la piena responsabilità di tutto".

 

VITTORIE FINO ALLA FINE
L'articolo, preso dal " Messaggero del Lazio ", porta la data del 26 ottobre 1946 ed esordisce con un titolo considerevole, a riprova dell'ammirazione che continuava a suscitare la vivacità artistica del Nostro:

" Nonostante i suoi 84 anni il Maestro ANGELO CASTELLANI compone ancora e vince concorsi.
Riteniamo doveroso parlare, sia pur brevemente, di un nostro amato concittadino che, nella sua innata modestia emerge, tuttora silenzioso, nel campo dell'arte che amò ed ama con passione e competenza profonde.
Il noto Maestro A. Castellani lavora ancora alacremente malgrado i suoi 84 anni di età e continua a farsi onore vincendo concorsi con le sue composizioni musicali. Lunedì 21 e la radio ha comunicato, infatti, l'esito del concorso indetto dalla Casa Musicale Ticconi, del quale risulta vincitore il sunominato nostro concittadino con la marcia di sua composizione, dal titolo " NETTUNO ". La composizione del Maestro Angelo Castellani - così si esprime la Commissione – è una marcia che alla complessità e sicurezza della tecnica, accoppia freschezza e varietà di ispirazione.
Il nostro concittadino ha conseguito in questi giorni altra vittoria, riportando nel concorso indetto dalla Casa Musicale Ortipe, il diploma d'onore di primo e secondo grado, per altre due composizioni presentate.
Mentre ci congratuliamo vivamente con l'Autore per il successo riportato, ci teniamo ad esprimere il nostro compiacimento, non solo per l'artista che mai smentisce se stesso, ma soprattutto per l'uomo che anche dopo le terribili prove sofferte, in seguito agli ultimi eventi in conseguenza della guerra, conserva intatta nel cuore, ad onta della sua età avanzata, la giovinezza dei canti e della poesia. A parte le sue vittorie colte nel campo artistico, che rivelano una passione e una intelligenza non comuni, ciò che ci attrae è la sua irresistibile sete di assoluto nel campo delle armonie che ci rivelano un carattere e una personalità morale oggi rari purtroppo, che impongono amore, stima e rispetto ".

Sono questi gli ultimi successi di un uomo che in tutta la sua lunga vita ne aveva mietuti molti ed importanti. Poi gli acciacchi della vecchiaia lo costrinsero a preoccuparsi sempre più della propria salute e perciò a cambiare aria di tanto in tanto, ospite a Marino di una figlia, signora Bianca. E proprio a Marino, il primo ottobre 1949 trovò fine la sua lunga ed operosa vita.

La salma venne riportata a Nettuno per essere sepolta nel cimitero locale e le fotografie dell'epoca testimoniano quanti furono i Nettunesi che vollero rendergli l'estremo omaggio.

Più tardi, a ricordo dei suoi meriti, gli venne dedicata una strada nella zona di " Cretarossa ".

 


Nettuno, 3 ottobre 1949 la salma di Angelo Castellani
proveniente da Marino, viene trasportata nella Chiesa Collegiata di Nettuno per un solenne rito di suffragio, mentre la banda cittadina esegue la bellissima "Marcia funebre"
composta dallo stesso defunto Maestro

 

 

CONCLUSIONE

Abbiamo evocato così, in una succinta sintesi, il ricordò "di un nettunese, il Maestro ANGELO CASTELLANI, che molto onore si è fatto nel campo dell'arte musicale e che ha saputo ispirare non minori sensi di stima e di affetto per la nobiltà e la sincerità d'animo che sempre lo legarono sia ai suoi intimi che al pubblico a cui offriva il suo lavoro. In tale ricordo tuttavia manca l'" acuto spiccante ", la ricomposizione dell'elemento vitale a cui si deve la presentazione della figura del Castellani: le sue musiche e i suoi concerti.

Tutto ciò continua a fare di lui un uomo vivo per chi ha potuto conoscerlo e apprezzarlo direttamente. Per questo io stessa, dopo aver incolonnato diligentemente date, cronache, appunti manoscritti, mi son chiesta che cosa alla fine avrebbe potuto significare, per chi non ha un ricordo personale del Maestro, il riverbero biografico della sua opera che si è voluto qui raccogliere. Ebbene, qualcosa è nato per me tra le " carte " del Castellani: la rivelazione inattesa di un uomo profondamente sereno e positivo, che ha potuto amare e non solo desiderare la sua vita e che per questo si è mantenuto semplice e ingenuo come la musica, nella sua musica.

Mi ero abituata, forse inconsciamente, all'idea che un artista, per essere tale, dovesse esprimere noie invincibili, angoscie abissali, pessimismi cosmici, alternati con almeno qualche disperata invettiva e qualche furibonda denuncia.

Un artista amante-riamato della sua arte, al punto di essere come protetto da essa contro ogni turba spirituale, è un felice elemento di rottura che i " vecchi tempi " del Castellani possono, io credo, regalare a quello odierno, non senza qualche piccola utilità.

 

CURRICULUM VITAE del Maestro Angelo Castellani.

- Dal 1881 al 1911: Capo musica ufficiale di Bande militari (dapprima il 52° Regg. Fant poi il 20°, il 56° e infine il 72°).

- Dal 1911 al 1914: Maestro Direttore della Banda cittadina di Novara.

- Dal 1914 al 1915: Direttore a Vigevano.

- Dal 1915 al 1921: Direttore della Banda musicale Vittorio Emanuele Marzotto di Valdagno (Vicenza).

- Dal 1921 al 1926: Maestro a Nettuno.

- Dal 1926 al 1929: a Vigevano.

- Dal 1929 al 1933: Direttore della Banda cittadina di Nettuno.

 

CONCORSI vinti dai Maestro Castellani " COMPOSITORE ":

1 - Milano - EDITORE SONZOGNO, 1906: 1° premio su 65 concorrenti per una Marcia Militare. Motivazione: Per la " pregevole armonizzazione ed eleganza melodica ".

2 - BRUXELLES, 1907: 1° e 2° diploma d'onore al concorso internazionale.

3 - Milano - SOCIETÀ1 EDITRICE, 1908: 1° premio Medaglia d'oro su 108 concorrenti.

4 - Pesaro, 1914: Centenario del maestro Rossini: 1° premio su 105 concorrenti.

5 - Perugia, CASA EDITRICE BELATI, 1922: 1° premio su 75 concorrenti.

6 - Firenze, CASA EDITRICE SCARAMUCCIA, 1924: 1° diploma d'onore.

7 - Padova, Editrice ZANIBON: 3° premio su 125 concorrenti.

8 - Roma, Concorso FERRO CHINA BALIVA, 1922: 1° premio su 96 concorrenti.

9 - Roma, Casa Musicale TICCONI, 1946: Primo premio,

10 - Roma, Casa Musicale ORTIPE, 1946: 1° e 2° diploma d'onore.

 

Il Maestro Castellani " CONCERTATORE E DIRETTORE DI BANDE ":

1897 - " Omaggio a Mantova " patriottica.

1899 - Riduzione della " Resurrezione di Cristo " dei Perosi.

1907 - " Fantasia Descrittiva ".

1912 - "All'Italia ".

1913 - Ouverture eroica di Camillo di Nardi.

 

PREMI RIPORTATI IN GARE DIVERSE:

1921 - Frascati: 1° premio su 7 Bande concorrenti col concerto di Nettuno,

1925 - Terracina: 1° premio col concerto di Nettuno.

1926 - Palestina: 1° premio col concerto di Nettuno.

1927 - Como, Gara internazionale " Centenario Voltiano ": 1° e 2° '^ premio col concerto di Vigevano su 16 Bande concorrenti delle quali 2 inglesi residenti a Malta. Diploma di scelta direzione.

1928 - Pavia, Gara nazionale: 1° premio su 9 Bande concorrenti.

1933 – Roma 1° premio col concerto di Nettuno su 40 Bande del Lazio.

 

NOTA:

I dati su riportati sono ripresi da un appunto che lo stesso Castellani aveva tracciato in preparazione di una cerimonia tenuta in celebrazione dei suoi tanti successi ufficiali. Essi, perciò, non contengono una elencazione completa di tutte le opere composte dal Maestro.

Non sono, ad esempio, indicate alcune opere che resero il Castellani particolarmente caro ai nettunesi perché ispirate da avvenimenti e ricorrenze proprie della cittadina e per questo io credo debbano essere più particolarmente ricordate.

Nel 1924, in occasione del terzo centenario della nascita di P. Segneri, il Maestro eseguì, come già scritto più sopra, la propria composizione " Inno al Padre P. Segneri " che ebbe pure il sottotitolo " Alla mia cara Nettuno che il genio del Segneri rese immortale ".

Successivamente in occasione dell'ultimazione del cimitero americano egli scrisse: " Agli eroi americani caduti sul suolo italiano ", dirigendola poi personalmente nel giorno della solenne commemorazione.

Infine, menzione va fatta anche delle opere musicali ispirate da temi religiosi. Della profonda pietà religiosa che accompagnò sempre la vita del Castellani abbiamo avuto modo di renderci conto già in molte occasioni, ed è unanime a Nettuno il ricordo della sua semplicità e bontà d'animo, né meno positivo giudizio sull'Uomo scaturisce dalle lettere che il Maestro riceveva da amici e ammiratori. Ebbene, anche le musiche religiose ch'egli scrisse confermano l'intimo legame che in lui esiste tra fede, signorilità d'animo e forza creatrice.

Ricordo tra le altre: Inno alla Beata M. Goretti, Mater dolorosa (premio Ortipe 1946) Ave Maria.

Molte di queste opere sono conservate nella biblioteca Nazionale di Firenze.

 



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