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TRADIZIONI E MANIFESTAZIONI
A NETTUNO

LA PROCESSIONE
DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

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LA PROCESSIONE
DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

(di Oscar Rampone )

Era il 1550 e a seguito di un naufragio la Sacra Immagine di Our Lady of Grace approda sulle rive di Nettuno, da quel momento sarà chiamata Nostra Signora delle Grazie e nel 1854 ne diventerà la Patrona Leggi storia
La prima domenica di maggio si svolge un'imponente processione che accompagna la statua di Nostra Signora delle Grazie dal suo Santuario fino ad arrivare alla chiesa di S.S. Giovanni. Per capire l'aria di festa che si respira è necessario trovarsi a Nettuno verso la metà di aprile, quando la città è in attesa della festa imminente che si svolge dalla prima alla seconda settimana di maggio.Allora la Madonna entra in tutte le case, mette in faccende le donne e rende felici i bambini che si trasformano in angeli e paggetti mettendosi al centro dell'attenzione. Anche molto eccitate sono un gruppo di ragazze che indosseranno il tradizionale costume rosso delle Priore Leggi storia.

Durante questo periodo la Madonna entra in tutti i discorsi dei Nettunesi. Mette al lavoro dozzine di artigiani e per una decina di giorni la città è completamente sua. Il lungomare viene vestito a festa: un mantello stellato che indosserà per tutta la durata dell'avvenimento. Esperti addobbatori ed elettricisti, con l'aiuto di lunghe scale, costruiscono archi di luce lungo tutto il tratto di circa un chilometro che la Madonna percorrerà. Sono circa trenta archi con più di seimila lampade, stelle d'argento ed altri scintillanti abbellimenti. Altre decorazioni e grosse stelle luccicanti adornano le piazze ai due capi del percorso. Una di queste piazze, quella della Basilica, è spaziosa e luminosa, ed allo stesso in cui quattro secoli e mezzo fa approdò la Madonna Pellegrina. La piccola chiesa di San Rocco è sparita. Il santo si è come tirato in disparte. Ha dato la precedenza prima ad Our Lady of Grace, e poi ad una bambina santificata, Maria Goretti.
Via via che il culto della Madonna aumentava, anche la chiesa cresceva. Ora è un grande tempio imponente senza essere austero. Si apre su due azzurri: quello del cielo che lo sovrasta, e quello del mare che lo affianca. L'altra piazza , quella di San Giovanni, è intima e raccolta, sàpida di antica serenità, stretta nelle possenti braccia del Borgo, che hanno trattenuto il tempo in pacati e interminabili colloqui. Qui il mare s'intravede appena dallo spiraglio del Cavone, ma il tempio non sembra dolersene: più che il mare ama il cielo, al quale si protende col suo alto campanile. A notte i riflettori illuminano le due chiese. Ma negli otto giorni della festa, i fari possenti verranno ridotti a fiochi lumicini dal fiume di luce che corre festoso da un tempio all'altro.

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Primo sabato di maggio. Pomeriggio inoltrato. Troppo piccola Piazza Marconi, innanzi alla chiesa di San Giovanni, per contenere la folla che straripa nelle viuzze attigue e invade anche Piazza Colonna. Gli organizzatori cercano di fare in modo che questa folla vociante entrata qui alla rinfusa, ne esca ordinata e per quanto possibile in silenzio. Le insegne delle congregazioni funzionano da punti di raccolta. Quando ormai si fa fatica a muoversi, l'ordine viene raggiunto e la processione comincia. Viene aperta dal crocefisso della confraternita con quattro lampioncini e seguita da tutte le congregazioni. Piazza Marconi si svuota lentamente, mentre la processione procede per Piazza Mazzini. Arriva da Piazza Colonna il gruppo delle scuole di San Giovanni che avevano atteso il loro turno, ed entrano nella processione, che fa il giro della Piazza e scende per corso Mattotti. E' un fiume umano che fluisce lentamente tra due ali di folla sui marciapiedi.

Tutte le congregazioni hanno i loro angioletti e paggetti. Le priore , nel loro magnifico costume, precedono la banda. Seguono le autorità ed il clero.
Intanto nella basilica la Madonna è già stata vestita dalle suore che hanno il privilegio di aprire le casse in cui sono custoditi le sue vesti ed i suoi gioielli. Nella piazza della basilica è già affluita una folla di fedeli che non è organizzata in alcuna congregazione, ma che con la Madonna ha un rapporto personale, stabilito da preghiere e rosario.Ognuna di queste fedeli ha qualcosa da raccontare sulle grazie concesse dalla Madonna. E' gente semplice: popolane o contadine devotamente scalze, con un velo nero in testa, un cero in mano e gli occhi luccicanti di commozione. Sono le persone che credono veramente, sono coloro che ogni problema, ogni contrarietà lo raccontano alla Madonna e attendono fiduciose. Lei può risolvere tutto. Se poi le cose restano com'erano, vuol dire che il Signore ha pensato che fosse più giusto così, intanto dalla preghiera hanno tratto conforto e serenità.
La testa della processione ha raggiunto la piazza ma non dilaga nè si ferma: prosegue ed opera una conversione, ritornando in corso Matteotti. Si arresta solo quando il clero e i portatori raggiungono il Santuario. Sono gli unici ad entrarvi. Ne escono dopo un po' precedendo la Madonna sorretta dai portatori. Al suo apparire si levano le invocazioni e i canti dei fedeli, e scoppiano i fuochi d'artificio.La banda intona inni sacri. Coperta di oro e gioielli e sfolgorante di luce, passa sulla testa della folla la Madonna che venne da tanto lontano e scelse Nettuno. Tutti i balconi sono gremiti. Dal torrione del Borgo rimbomba una salva di fuochi di artificio. La processione avanza nel tunnel di luce trascinandosi dietro parte della folla dei marciapiedi, attraversa Piazza Mazzini, via Cattaneo e arriva alla chiesa di San Francesco. Torna indietro per via Gramsci e Raggiunge la chiesa di San Giovanni, dove vi rimarrà per otto giorni.



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